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Circa 15 mila navi destinate alla demolizione entro il 2032
Clarksons stima che il 31% dell’attuale flotta per stazza sarebbe classificata D o E in base all’indicatore di intensità di carbonio CII
Secondo le previsioni di Bimco più di 15 mila navi, ovvero una capacità di stiva equivalente a più di 600 milioni di tonnellate di portata lorda, pari a oltre un quarto dell’attuale flotta commerciale, potrebbero essere demolite entro il 2032, con un aumento di oltre il 100% rispetto al decennio scorso. Una spinta in questo senso arriva anche a soprattutto dall’ingresso in vigore di normative a tutela dell’ambiente.
Secondo un’analisi del Baltic and International Maritime Council, negli ultimi dieci anni sono state demolite 7.780 navi. La maggior parte di queste, circa il 60%, era stata costruita negli anni ’90, molto prima che entrassero in vigore le nuove normative concepite per tutelare l’ambiente. Nei prossimi dieci anni saranno le unità nate nel 2000 a essere demolite o quantomeno riadattate.
Storicamente, il 50% circa di rinfusiere, petroliere e portacontainer è stata demolita. Niels Rasmussen, analista di mercato per Bimco, evidenzia come “oggi molte più navi datate dovranno essere demolite prima del consueto a causa dei limiti sempre più severi imposti sulle emissioni di gas serra”.
Lo scorso anno il tonnellaggio di navi demolite è rimasto a livelli contenuti, non più di 10 milioni di tonnellate di portata lorda, il più basso da oltre un decennio e ben al di sotto della media decennale di 29 milioni di Tpl come sottolinea il broker Barry Rogliano Salles.
In un’analisi di Clarksons si legge che “l’età media delle principali flotte sta aumentando sempre di più. Le portarinfuse sono arrivate ad esempio a toccare un’età media di 11 anni, contro gli 8,7 di cinque anni fa”. Lo stesso vale anche per le petroliere e portacontainer che, rispettivamente, vedono flotte “toccare gli 11,7 anni contro i 10,1 di cinque anni fa” e i “13,7 anni contro gli 11,4 del 2028”. Clarksons stima che il 31% dell’attuale flotta per stazza sarebbe classificata D o E in base all’indicatore di intensità di carbonio CII recentemente emanato, ipotizzando modelli commerciali recenti e nessun cambiamento nella velocità o nello stato tecnologico delle navi.
Se guardiamo invece alle navi cisterna, gli ultimi dati di Braemar mostrano che le navi di oltre 20 anni rappresentano quasi l’8% della flotta attiva rispetto al 2,2% del 2019. I cantieri asiatici si starebbero già preparando per demolire e costruire nuove navi che rispettino le nuove normative sull’ambiente. Mark Williams, che dirige la società di consulenza britannica Shipping Strategy, ha dichiarato che “se la flotta globale deve rispettare le normative sulle emissioni per il prossimo 2050 emanate dall’Imo l’intera flotta di navi anziane dovrà essere sostituita o adattata. Le navi ormai in disarmo e fuori servizio dovranno essere riadattate entro la fine di questo decennio e perciò si prevede un boom di nuove costruzioni che potrebbero durare per decenni”.
G.M.