Allarme di Intermanager sulla normativa Ets per le navi
Per l’associazione gli shipmanager non dovranno essere ritenuti dalla normativa europea responsabili della conformità alle nuove regole sulle emissioni
Con un documento indirizzato a Bruxelles, Intermanager, associazione a livello mondiale delle società di shipmanaging (gestione navale), ha esortato la Commissione Europea ad applicare il principio del “chi inquina paga” nel finalizzare la legislazione destinata a ridurre le emissioni di gas serra prodotte dal trasporto marittimo nelle acque europee.
Il timore dei gestori di navi è che la legislazione proposta possa mancare il bersaglio nell’attribuire agli shipmanager la responsabilità della riduzione delle emissioni, invece di rivolgersi alle parti che controllano gli aspetti chiave dell’inquinamento legati al funzionamento delle navi, come il carburante, i macchinari e la velocità delle navi. La Commissione si appresta a finalizzare la legislazione che includerà le emissioni di gas serra del trasporto marittimo nel sistema di scambio delle quote di emissione dell’Ue (Ets) e la preoccupazione di Intermanager riguarda in primis la definizione del soggetto responsabile della conformità al sistema Ets (emission trading scheme).
Nel documento inviato alla commissione l’associazione afferma che “l’enorme rischio finanziario imposto ai gestori delle navi dalla revisione della Direttiva Ets è sproporzionato rispetto alla trascurabile influenza che i gestori hanno rispetto alle emissioni generate dal trasporto marittimo. Indirizzando le misure di conformità e di applicazione a una parte che non è né l’inquinatore né è in grado di esercitare un’influenza significativa su di esso, l’attuale forma della direttiva Ets riveduta diluisce significativamente gli incentivi per gli inquinatori a ridurre le emissioni. Ciò è in diretto contrasto con il principio ‘chi inquina paga’, che è un principio chiave della politica ambientale dell’Unione Europea”.
InterManager ha sottolineato l’appoggio all’iniziativa della Commissione, esortandola tuttavia a formulare il regolamento con attenzione, per garantire che le parti corrette siano al centro dell’attenzione: “Il responsabile dovrebbe essere quella che controlla il maggior numero di aspetti rilevanti per le emissioni, non quella che ne ha di meno. Come gestori tecnici di navi ci occupiamo di riparazioni, manutenzione ed equipaggio per conto dei nostri clienti, gli armatori. La maggior parte degli aspetti chiave relativi alle emissioni di una nave non rientrano nelle nostre competenze: la velocità, che determina prevalentemente il consumo, e l’area commerciale delle navi sono concordate contrattualmente tra l’armatore e il noleggiatore nel contratto di noleggio, senza il coinvolgimento del gestore tecnico della nave. Il tipo di carburante utilizzato, i motori e gli altri macchinari installati sulle navi sono decisi dall’armatore al momento dell’ordine o dell’acquisto della nave e non rientrano nelle nostre competenze” sottolineano gli shipmanager.
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