Zim è il primo global carrier nei container a tornare in rosso
Calo delle tariffe e dei volumi fanno chiudere in perdita di 58 milioni di dollari il trimestre al vettore marittimo israeliano
Con la pubblicazione dei dati relativi all’andamento del primo trimestre, il liner israeliano Zim ha confermato di essere il primo dei grandi carrier globali a tornare in perdita (per 58 milioni di dollari: il profitto dei primi tre mesi 2022 era stato di 1,7 miliardi di dollari) dopo il biennio d’oro generato per le compagnie armatoriali dalla pandemia e dai suoi effetti sulla logistica mondiale.
I suoi volumi globali sono diminuiti del -10,5%, un dato superiore a quello di Maersk che ha perso il -9%. Secondo Container trades statistics, i volumi complessivi movimentati da tutti i maggiori liner nel primo trimestre sono calati del -6,7%, anche se, essendo Zim concentrata su particolari rotte, paragonare l’andamento dei suoi volumi alla media mondiale potrebbe essere in qualche modo fuorviante.
I due segmenti più importanti sono il Pacifico e l’Intra-Asia, che nel 1° trimestre 2022 hanno rappresentato rispettivamente il 33% e il 31% dei volumi totali. Secondo i dati Cts, il volume Far East-Nord America (comprese entrambe le direzioni) è diminuito del -20%, mentre il volume Zim nel Pacifico è diminuito solo del -3,9%. In termini di volume, quindi, Zim ha fatto bene.
Per quanto riguarda la parte intra-asiatica, i dati di Cts per il carico intra-regionale in Estremo Oriente hanno mostrato un calo del -5,9%, mentre la perdita di volume di Zim è stata molto più consistente: -18,5%. Zim ha perso il maggior volume relativo nell’Atlantico, con un calo del -29,7%, contro un calo complessivo del -4,5%.
A fare la differenza, ha osservato Lars Jensen, il fatto che la tariffa media di trasporto di Zim sia diminuita del -64%. Questo dato può essere paragonato, ad esempio, a quello di Maersk con un calo del -37% e di Hapag-Lloyd con un calo del -28%. Secondo Cts, le tariffe di mercato globali sono diminuite del -49%.
Se si considerano i traffici della Zim, la sua tariffa di trasporto sul Pacifico è diminuita del -74%. Questo dato comprende entrambe le direzioni. Questo dato è molto peggiore rispetto alle indicazioni di Cts, che ha visto le tariffe headhaul dall’Estremo Oriente al Nord America diminuire del -64% e le tariffe backhaul nella direzione opposta del -18%.
L’altro grande traffico Intra-Asia ha visto un calo delle tariffe del -67% rispetto all’indice delle tariffe intra-Asia di Cts, che ha registrato un calo del -53%. “In generale – ha concluso Jensen – l’impressione è che Zim sia stata più esposta alla volatilità del mercato spot e quindi abbia subito un calo più rapido dei livelli tariffari”.
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