Sale la tensione fra camalli e terminalisti sulle banchine genovesi
I sindacati raccolgono l’istanza di salari più alti per i soci Culmv, ma l’ipotesi di rivedere le tariffe non scalda i terminalisti
Non è ancora febbre a quaranta, ma una lettera inviata ieri dalle segreterie locali di Filt Cgil, Fit Cisl e Uiltrasporti alla sezione terminalisti della Confindustria genovese e all’Autorità di Sistema Portuale mostra che la temperatura sulle banchine del capoluogo ligure è già a livello di allarme.
Come spesso avviene, i termini della questione non sono cristallini per l’osservatore esterno. Il succo della comunicazione è che, se le organizzazioni sindacali non riceveranno in “tempi brevi” la convocazione per “un incontro urgente con tutte le parti alla presenza del Presidente Signorini per arrivare alla conclusione del percorso intrapreso”, sarà convocata “l’assemblea sindacale dei lavoratori Culmv per discutere lo stato delle cose e per decidere le opportune iniziative da intraprendere”. Fra cui, sottinteso, c’è lo sciopero dei lavoratori dell’articolo 17 dello scalo.
Meno lineare ricostruire il “percorso” di cui sopra. In sostanza nei mesi scorsi è emersa l’istanza da parte dei soci Culmv di un aumento salariale per fronteggiare il carovita e la cosa si è tradotta in una richiesta ai clienti di Culmv, cioè i terminalisti. Ma, data la peculiarità del contesto della fornitura di manodopera nei porti (con l’Adsp chiamata a stabilire tariffa massima e organico del soggetto unico autorizzato) e di quello genovese in particolare (Culmv è da due anni almeno alle prese con un impegnativo piano di riorganizzazione interna, sostenuto anche finanziariamente da Adsp e volto a garantirne la sostenibilità economica), anche l’ente portuale è stato coinvolto.
Ma la serie di incontri fin qui svolti, attorcigliatisi intorno ad un accordo del febbraio 2021 fra Culmv e terminalisti che dovrebbe disciplinare i ritocchi alle tariffe negoziate singolarmente e che, in sintesi, secondo gli uni è già stato attuato dalla revisione dei contratti disposta a latere del suddetto piano di riorganizzazione e secondo gli altri è invece da applicarsi erga omnes al mutato quadro generale, non ha avuto l’esito sperato dai camalli. Da qui la richiesta all’Adsp di una sorta di intervento coercitivo e, in mancanza, la minaccia di sciopero.
Per vedere se, dopo il fermo dei camion proclamato oggi, si fermeranno anche i portuali, resta solo da capire quanto siano “brevi” i tempi di cui sopra.
A.M.
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