Anche la Filt Cgil attacca Musolino per la sovrattassa sulla diga di Civitavecchia
Il sindacato teme l’effetto depressivo sullo scalo: “Incredibile avere utilizzato i fondi pubblici per l’apertura a sud invece che per l’antemurale, necessaria un’indagine”
Dopo le proteste delle imprese arrivano quelle dei rappresentanti dei lavoratori portuali.
L’oggetto è la decisione dell’Autorità di Sistema Portuale di Civitavecchia di aumentare l’aliquota della sovrattassa portuale sulle merci per coprire l’estensione di un mutuo Bei necessaria a finanziare il sovra costo emerso negli ultimi 12 mesi per l’appalto dei lavori di prolungamento della diga antemurale dello scalo, passato da 69 milioni di euro di costo previsto nel giugno 2022 ai 106 a cui è stato messo a gara.
Per la Filt Cgil, che ha stigmatizzato in una nota l’iniziativa dell’ente, “le preoccupazioni espresse dalle imprese sono assolutamente condivisibili e solo una spiccata miopia al limite della cecità non fa comprendere fino in fondo i possibili effetti depressivi della misura, questo anche in considerazione della incredibile scelta iniziale di dare priorità, tra le opere finanziabili dal Pnrr, all’apertura a sud, a fronte del completamento dell’antemurale, prevista dal II lotto delle opere strategiche, scelta su cui in molti hanno espresso delle perplessità e su cui andrebbero indagate volontà e motivazioni”.
Anche il sindacato come le imprese evidenziano le criticità della sovrattassa in relazione alla ‘specialità’ del porto, il carbone, merce che oggi vale “oltre il 50% del tonnellaggio movimentato”, ma che dal 2025 è destinata a terminare per la programmata riconversione della locale centrale elettrica, senza che ad oggi si veda come ‘sostituirla, Per Filt, infatti, “il porto di Civitavecchia non riesce ad avere uno sviluppo commerciale adeguato alle potenzialità che potrebbe esprimere, e gli oltre 2 anni di gestione del presidente Musolino nulla hanno portato di nuovo, se non un dorato isolamento nella torre di avorio di molo Vespucci”.
Preoccupata “dall’effetto negativo sul mondo del lavoro portuale”, la Filt accusa anche le istituzioni presenti in Comitato di Gestione, che “avrebbero potuto, quantomeno, fermare le macchine e fare delle riflessioni sulle conseguenze degli atti in decisione”. Da qui la richiesta “di istituire un tavolo permanente con il coinvolgimento di tutti gli stakeholder del porto e le istituzioni dove si evitino gli annunci roboanti e inconsistenti di questi ultimi anni e si lavori a testa bassa nell’interesse della comunità portuale e dell’intera regione Lazio”.
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