La port authority di Messina pronta a replicare la gara per la Rada San Francesco
Malgrado la formale sconfitta in Tribunale, il presidente Mega è soddisfatto della conferma dell’impianto della procedura, a partire dalla divisione in due terminal dell’area. Caronte replica: “I giudici non si sono espressi sulla gara”
La sentenza è stata negativa, perché l’aggiudicazione (a Comet e a Caronte&Tourist) dei due terminal, in cui l’Autorità di sistema portuale di Messina aveva pensato di dividere i cinque approdi della Rada San Francesco, punto nevralgico del traffico leggero dello Stretto, è stata annullata.
Ma “grande” è la soddisfazione espressa in una nota dell’ente, perché anche il secondo grado ha stabilito che la suddivisione, vero oggetto del ricorso di Caronte, era lecita (l’aggiudicazione è stata annullata per il mancato coinvolgimento nella procedura del Comune): “Nonostante sia necessario ripetere tutta la procedura, siamo soddisfatti del risultato del giudizio amministrativo che ha chiarito in via definitiva la correttezza di alcune delle scelte più significative dei bandi che erano state impugnate dall’operatore che da decenni opera in quelle aree. Tra queste: la creazione di due terminal distinti, assegnati a due operatori differenti, per favorire la concorrenza così come fra l’altro indicato dall’Autorità Garante per il Mercato e la Concorrenza; il rilascio delle concessioni per lo svolgimento di operazioni portuali ed il conseguente obbligo, prima non esistente, per i concessionari di applicare il Ccnl Porti e, in fase di subentro per nuova assegnazione, le clausole sociali a tutela dei lavoratori impiegati; il divieto assoluto di far accedere ai terminal mezzi pesanti in partenza da Messina, destinando quindi il traghettamento in partenza alle sole autovetture, ai pullman ed mezzi commerciali sotto le 35 tonnellate salvo che in occasione del blocco delle operazioni agli approdi di Tremestieri disposto dalla Autorità Marittima e dalla Autorità Portuale a seguito di insabbiamento ed escludendo quindi le deroghe attualmente disposte per un aumento dei tempi di attesa conseguenti a scelte operative dei vettori; l’obbligo per i vettori di comunicare in tempo reale tutti i dati sulla programmazione delle corse ed eventuali ritardi al fine di consentire una tempestiva e corretta informazione a tutti gli utenti”.
Quanti al nodo decisivo nel contenzioso così si è espresso il presidente di Adsp Mario Mega: “Quanto alla necessità di acquisire l’intesa con il Comune, ne prendiamo atto, ma continuiamo a manifestare perplessità perché collegata ad una previsione del Prp che secondo noi fa riferimento a fattispecie differenti, atteso che in questo caso non viene cambiata la destinazione d’uso delle aree e non ci sono nemmeno interventi edilizi significativi da attuare per la separazione dei terminal. Lo stesso Comune, d’altra parte, non pare abbia mai rivendicato questo ruolo, anche perché, viceversa, esprime regolarmente parere nell’ambito delle procedure demaniali relative anche a quelle aree ogni qualvolta un concessionario debba svolgere delle attività edilizie o di trasformazione del territorio. Non abbiamo comunque problema ad adeguarci alla interpretazione del Cgar, anche se questo ora forse comporterà di dover verificare la necessità di procedere in autotutela all’annullamento di tutte le altre concessioni rilasciate su quelle aree negli ultimi anni per avviare nuovi procedimenti di assegnazione”.
Unico rammarico quello “di aver perso quasi due anni con un impegno di risorse economiche e di energie che potevano ben essere indirizzate verso impieghi più utili alla comunità portuale ed ai cittadini di Messina”.
La lettura di Caronte&Tourist, promotore del ricorso, è antitetica: “L’appunto sostanziale mosso dai giudici è l’assenza di confronto e di intesa e condivisione con il Comune di Messina circa le modalità di gestione, circostanza mai verificatasi nelle precedenti gare per l’assegnazione della gestione di Rada San Francesco. Il Consiglio di Giustizia Amministrativa, nella sua decisione definitiva ed inappellabile, ha dunque bocciato il procedimento avviato dalla Adsp su questo punto, senza entrare nel merito dei contenuti dei bandi di gara. Ogni altra lettura non potrebbe che apparire di parte”. Per la compagnia, cioè, i giudici non si sono pronunciati sull’impianto di gara (vero per il Cgar, mentre il Tar aveva respinto espressamente il ricorso di Caronte su questo aspetto).
“Siamo naturalmente soddisfatti che in ultimo anche i giudici amministrativi abbiano riconosciuto la fondatezza delle nostre obiezioni e la giustezza della nostra visione. Continuiamo a ritenere nociva la divisione in due della struttura del terminal, che avrebbe l’effetto paradossale e incongruente di abbassare drasticamente la capacità di accumulo complessiva attuale, rendendola in ciascuna delle due frazioni inferiore a quella di una sola nave, con i conseguenti impatti sulla viabilità cittadina, soprattutto durante esodo e contro esodo. Non mancheremo, dunque, di ribadirlo con forza – conclude la società di navigazione – se tale intento verrà confermato in sede di consultazioni propedeutiche alla pubblicazione del nuovo bando”.
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