Tre arresti per un maxi sequestro di hashish in container in porto a Genova
Lo stupefacente, in arrivo dal Marocco, era stato ritrovato un anno fa nascosto dentro alcuni sacchi di lana
Ha portato all’arresto di tre persone, per le quali è stata disposta la custodia cautelare in carcere, il sequestro avvenuto un anno fa di 160 chilogrammi di hashish rinvenuto in un container in porto a Genova.
Lo stupefacente, riscostruisce ora una nota dell’Agenzia delle Dogane, era stato individuato grazie all’utilizzo dello scanner in dotazione ai funzionari dell’Ufficio di Genova 1, nell’ambito di controlli generici, in un contenitore proveniente dal Marocco e occultato in quattro balle (cosiddette big ball) contenenti lana grezza mista a sterco. Un espediente che secondo gli inquirenti probabilmente è stato utilizzato per ingannare il fiuto dei cani antidroga. Destinataria della merce era una ditta con sede nel Veronese, provincia in cui risiedono anche le tre persone arrestate. Per loro l’accusa è di concorso in importazione di stupefacenti, aggravata dall’ingente quantità. Due arresti sono stati eseguiti a Verona, mentre il terzo soggetto è stato rintracciato a Livorno, in procinto di partire per la Sardegna, e fermato pochi istanti prima dell’imbarco.
Nonostante le esigue informazioni a disposizione, ricostruisce la nota, gli investigatori della Polizia di Stato insieme agli uomini dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli sono riusciti ad isolare alcuni container sospetti tra le migliaia che giornalmente transitano nel porto di Genova, “incrociando un’enorme mole di dati relativi al traffico merci (mittenti, destinatari, rotte e altro), consentendo così di restringere la ricerca ad un numero ridotto di contenitori”.
Secondo l’ipotesi di accusa un trentenne ha agito come mandante dell’importazione dello stupefacente, mentre un altro cittadino italiano di origine marocchina si sarebbe attivato per organizzare la spedizione grazie anche a una rete di collegamento attiva nel paese di origine. I due si sarebbero avvalsi infine della collaborazione di un altro imprenditore italiano settantenne che avrebbe messo a disposizione dei complici la logistica di una delle società a lui riconducibili, figurando quale importatore della lana.
ISCRIVITI ALLA NEWSLETTER QUOTIDIANA GRATUITA DI SHIPPING ITALY