Per le manovre ferroviarie a Genova nuova gara entro fine mese
Accolti i rilievi di Fuorimuro e nuova procedura per evitare gli effetti del nuovo codice degli appalti: tariffe e costi saranno rivisti al rialzo mentre rimane la clausola sociale ‘a premio’
Dopo il fallimento del primo tentativo di riaggiudicare il servizio di manovra ferroviaria nel porto di Genova, l’Autorità di sistema portuale del Mar Ligure Occidentale ha deciso che, al netto dei tempi tecnici per una nuova procedura, non ci saranno ulteriori proroghe all’attuale concessionario Fuorimuro (in scadenza a settembre), ma che si procederà con una nuova gara.
Lo rivela l’approvazione dell’organismo di partenariato a una delibera dell’Adsp che sarà oggi discussa e prevedibilmente approvata da un Comitato di gestione convocato ad hoc. Il dossier, infatti, ha carattere d’urgenza, “valutata l’esigenza di procedere celermente lungo il percorso di affidamento ai sensi della presente normativa (D.Lgs. 50/2016), scongiurando che lo stesso venga travolto dalle innovazioni introdotte nel nuovo Codice degli appalti in materia di concessioni che saranno vigenti a partire dal 1 luglio 2023 e che modificheranno in modo significativo i riferimenti relativi alle concessioni di servizi”.
Senza badare troppo agli effetti che potrà avere sul ricorso proposto avverso il primo bando da Fuorimuro, la nuova procedura, a quel che si legge nei documenti dell’ente, ne recepirà di fatto i rilievi, ritoccando al rialzo i costi del personale e soprattutto le tariffe inserite nel Piano economico finanziario, anche se con un limite: “La revisione ha coinvolto le principali voci del PEF allo scopo di rendere più appetibili le condizioni poste a base della procedura e permettere quindi ai potenziali concorrenti di poter eventualmente proporre condizioni più favorevoli dal punto di vista tariffario in sede di ribasso. In particolare tale revisione include principalmente l’innalzamento delle tariffe a base di gara, ancorché si rilevi in ogni caso una riduzione del livello tariffario attuale (2023) rispetto alla concessione vigente, ed un innalzamento del costo del personale, alla luce di una parziale rivalutazione di alcune componenti della parte variabile della retribuzione che traguardano un costo medio/uomo più elevato sulla base di un modello organizzativo caratterizzato da una maggiore continuità con quello fino ad oggi adottato”.
In sostanza, quindi, accogliendo le critiche e i rilievi del concessionario uscente Fuorimuro, la port authority ‘rinnegherà’ il modello delineato (che sostanzialmente puntava a un gestore che ampliasse la gamma dei servizi complementari, in primis quelli di vezione extraportuale), anche se a quel che pare non dovrebbe essere stralciato il sistema premiale studiato per garantire, rendendolo di fatto determinante per l’aggiudicazione, il mantenimento della forza lavoro di Fuorimuro.
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