La ‘nave delle armi’ di Bahri per la prima volta in rotta verso il porto di Talamone
L’Osservatorio sul transito delle armi nei porti (The Weapon Watch) chiede alle autorità competenti e al Governo se siano state concesse le necessarie autorizzazioni e le opportune misure di sicurezza
La nave con-ro Bahri Abha della compagnia di navigazione saudita Bahri nel prossimo viaggio verso l’Italia salterà il porto di Genova e scalerà invece, per operazioni di imbarco offshore, il piccolo scalo toscano di Talamone.
Che la prossima ‘chiamata’ verso le banchine del capoluogo ligure fosse omessa era già emerso nei giorni scorsi e il motivo sarebbe legato al fatto che la nave è salpata dagli Stati Uniti già praticamente carica fino alla massima capacità disponibile. Nelle ultime ore, però, anche grazie a una nota pubblicata dall’Osservatorio sulle armi nei porti europei e mediterranei – The Weapon Watch, si è appreso che in realtà la Bahri Abha farà rotta verso la toscana.
Un’informazione confermata dal tracciato Ais che indica la destinazione della stessa nave e dalla programmazione della linea pubblicata sul proprio sito dalla stessa compagnia saudita che prevede l’arrivo al largo delle coste toscane per il prossimo 7 luglio.
Da Delta Agenzia Marittima (Gruppo Gastaldi), agente generale di Bahri in Italia, nessun commento sull’operatività e sul carico della nave ma secondo quanto denunciato dall’Osservatorio lo scalo a Talamone non può che essere motivato dall’imbarco “di materiale militare e munizionamento pesante, prodotti dal vicino ‘distretto della Valle del Sacco’ in cui operano importanti industrie quali Simmel Difesa (munizioni navali, da mortaio, al fosforo, cluster bombs, oggi appartenente al gruppo francese Nexter) e Avio (tra l’altro missili tattici e sistemi antimissile, indirettamente controllata da Leonardo); nonché aziende analoghe del ‘polo Tiburtino’ come Mes Meccanica per l’Elettronica e Servomeccanismi (di proprietà della famiglia Maccagnani, già titolare di Simmel). Tutte aziende che hanno tra i loro migliori clienti l’Arabia Saudita e gli Emirati Arabi Uniti”.
Se la nave di Bahri ha in programma operazioni di imbarco di questa tipologia di merce (materialmente saranno container caricati al largo utilizzando le gru di bordo della Bahri Abha) evidentemente ha le carte in regola per poterlo fare (così come avviene regolarmente in porto a Genova) ma The Weapon Watch “chiede alle autorità competenti e al Governo se sono a conoscenza delle operazioni commerciali che la nave svolgerà nelle acque italiane e delle merci che vi sono coinvolte; e, nel caso si tratti di materiale militare o esplosivi, se siano state concesse le necessarie autorizzazioni e previste le opportune misure di sicurezza”. Sempre secondo quanto segnala l’Osservatorio “è la prima volta che la compagnia saudita organizza il passaggio di una sua nave dal porto toscano”.
A questo proposito The Weapon Watch segnala che “ritorna così in attività quella catena logistica opaca e talvolta illegale, che dagli anni Ottanta fece di Talamone il crocevia di molti traffici di armamenti di fabbricazione italiana, diretti verso paesi sotto embargo e dove si stavano svolgendo conflitti e gravi violazioni dei diritti umani delle popolazioni civili”.
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