L’Adsp Civitavecchia nuovamente promossa sul rincaro dei costi
Anche il Consiglio di Stato promuove l’operato dell’ente quanto all’appalto per il nuovo porto di Fiumicino
“La scelta compiuta dalla stazione appaltante è opinabile ma non illegittima”.
È con queste parole che il Consiglio di Stato ha chiuso, confermando la pronuncia di primo grado del Tar del Lazio, il contenzioso sollevato da Ance, l’associazione nazionale costruttori, e da sei imprese contro l’Autorità di sistema portuale di Civitavecchia in merito al bando da 43 milioni di euro pubblicato nel marzo 2022 per la realizzazione della nuova darsena commerciale del porto di Fiumicino.
I costruttori contestavano, in sintesi, che l’ente non avesse adeguato correttamente i valori dell’appalto alle più recenti esigenze del caro-materiali. L’Adsp ha però rilevato come all’inizio di marzo 2022, procedendo alla verifica di conformità, non abbia ritenuto di discostarsi da quanto stabilito all’atto di approvazione, nel dicembre 2020, della progettazione esecutiva, quando già era stato deciso un incremento di quasi il 30% del costo dell’opera, “nell’assunto che si sarebbe determinato un differimento temporale per il reperimento dell’ulteriore stanziamento, con il rischio di perdere i fondi, in ragione di quanto previsto nell’accordo tra Autorità e Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti”.
Adeguare di nuovo il prezzo al prezzario regionale come chiedevano i costruttori, avrebbe cioè comportato il rischio di allungare eccessivamente le procedure di aggiudicazione e perdere il finanziamento pubblico. Da qui la decisione di procedere con i prezzi 2020.
Valutazione che il Consiglio di Stato ha ritenuto condivisibile: “L’Anac, con la delibera n. 768 in data 4 settembre 2019 ha rilevato, a questo riguardo, che pur costituendo un aspetto patologico la distanza temporale tra approvazione del progetto e indizione della gara, purtuttavia la disciplina dell’aggiornamento dei prezzi risulta cedevole rispetto alla necessità di garantire l’efficacia, l’efficienza e l’economicità dell’azione amministrativa qualora, ad esempio, risulti improcrastinabile l’avvio (per perdita del finanziamento) o il completamento di un’opera indispensabile. Nel caso di specie si tratta di un’opera pubblica di carattere prioritario nazionale finanziata con il fondo per gli investimenti e lo sviluppo infrastrutturale del Paese. Peraltro nel caso di specie, come già esposto, occorre considerare che l’amministrazione ha adeguato la base d’asta al prezzario 2020 e ad ulteriori listini più recenti, concludendo nel senso della congruità del prezzo. Il mancato ulteriore adeguamento costituisce una scelta che rientra nella discrezionalità dell’amministrazione e nei vari livelli di responsabilità che ogni scelta porta con sé, ma non è illegittima, né irragionevole”.
La gara è stata peraltro aggiudicata nel marzo scorso per 36,4 milioni di euro a un raggruppamento formato da Doronzo Infrastrutture e Consorzio Stabile Vitruvio, ma il tema ha evidentemente toccato l’Adsp, che per un altro dei principali appalti in capo all’ente – quello per l’allungamento della diga di Civitavecchia – ha invece provveduto ad una cospicua revisione dei costi inizialmente previsti, sollevando la contrarietà degli operatori portuali.
A.M.
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