Approvato il progetto preliminare del nuovo terminal container di Montesyndial a Marghera
Il primo stralcio da completare entro il 2026 comprenderà l’arretramento di 35 metri lungo i circa 1.600 metri di sponda del canale industriale ovest e la realizzazione di una banchina operativa di circa 1.400 metri
Per festeggiare il primo annivesario da commissario alla realizzazione del terminal container di Montesyndial, Fulvio Lino Di Blasio, presidente dell’Autorità di sistema portuale di Venezia (nella cui documentazione pianificatoria l’opera è inserita), ha decretato nei giorni scorsi l’approvazione del progetto preliminare.
L’approvazione segue il parere positivo espresso già più di quattro anni fa dal Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici, ma è solo nell’aprile scorso che il Comitato Tecnico Regionale per la Valutazione di impatto ambientale “si è espresso – si legge nel decreto commissariale – con voto unanime favorevole in relazione all’istanza formulata dall’Adsp per l’aggiornamento e il riesame del progetto preliminare, con riguardo alla sola realizzazione del terminal onshore” (l’opera era stata originariamente pensata come terminale di terra della piattaforma offshore cosiddetta Voops fortemente voluta dall’ex presidente Paolo Costa).
Dopodiché pochi giorni dopo la Commissione tecnica del Ministero dell’Ambiente si è espressa favorevolmente in relazione all’istanza di aggiornamento del parere rilasciato 10 anni fa, “confermando la sussistenza della compatibilità ambientale per la componente onshore anche in caso di realizzazione indipendente, separata e con tempistiche differenti della piattaforma d’altura”.
A questo punto, considerato che “l’intera area Montesyndial è stata ridefinita in un unico lotto di euro 428.000.000 (FASE A – 1° LOTTO), da realizzarsi in tre stralci” e che “tali stralci potranno essere realizzati anche separatamente sulla base delle esigenze tecnico-portuali e delle disponibilità finanziarie”, l’Adsp ha provveduto all’approvazione del progetto preliminare alla luce di una copertura che oggi ammonta a 183 milioni di euro (di cui 35 rinvenienti dal fondo complementare al Pnrr), dando corso alle successive fasi di progettazione e subordinando “l’approvazione dei progetti per il 1°, 2° e 3° stralcio, componenti il progetto complessivo dell’intervento, alla disponibilità delle risorse finanziarie necessarie per la realizzazione di ciascuno di tali stralci”, con la possibilità che ad esse contribuiscano “altri operatori economici in regime di partenariato o l’assunzione di una quota di investimenti da parte dei futuri soggetti concessionari delle infrastrutture da realizzare”.
Per certo, considerato il finanziamento Pnrr, partirà il primo stralcio, “da completare – ha spiegato una nota dell’ente – entro il 2026: comprenderà l’arretramento di 35 metri lungo i circa 1.600 metri di sponda del canale industriale ovest e la realizzazione di una banchina operativa di circa 1.400 metri. Al termine dei lavori, il canale avrà un’ampiezza di 190 metri, dimensione che garantirà piena sicurezza e accessibilità nautica”.
In particolare “il nuovo terminal contenitori consentirà una crescita complessiva del traffico portuale (il potenziale impatto dell’opera è stimabile in 1 milione di TEU/anno) e un ridisegno complessivo del porto razionalizzando la geografia concessoria e funzionale di Porto Marghera, la viabilità merci in entrata e uscita dall’area e l’implementazione di corridoi e piattaforme logistiche volte a diminuire le esternalità negative connesse al traffico portuale”.
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