Albergatori siciliani e sindaci delle isole criticano Caronte&Tourist
Dopo la disdetta dei contratti con la Regione da parte dell’armatore nelle isole minori siciliane monta la protesta. Nessun risarcimento alla compagnia per le proroghe 2021-2022
Se l’isola principale è tragicamente surriscaldata dagli incendi, la temperatura in quelle minori, di isole siciliane, è in salita a due settimane dalla decisione di Caronte&Tourist Isole Minori di disdettare i contratti con la Regione per i servizi di collegamento in convenzione pubblica e quindi a prezzi calmierati.
Sul piede di guerra gli operatori del turismo: “Nonostante le rassicurazioni di Caronte e Tourist alcune delle nostre preoccupazioni sono già diventate realtà: come era del tutto logico immaginare, le tariffe dei mezzi commerciali sono lievitate e in alcuni casi, come in quello dei mezzi che trasportano carburanti, infiammabili ecc. si registrano aumenti che arrivano addirittura a superare il 500%” ha denunciato Christian Del Bono presidente di Federalberghi Isole di Sicilia, facendo eco in particolare all’allarme lanciato alcuni giorni fa da una lettera di Eolian Bunker, società che gestisce alcuni depositi costieri, al sindaco di Lipari, in cui si lamentava che “tale abnorme rincaro dovrà inevitabilmente essere caricato sul prezzo di vendita, aggravando enormemente i costi per tutta la comunità e per tutti gli operatori del settore nautico”.
Sterile secondo Del Bono la reazione della Regione: “Avevamo apprezzato il tempestivo intervento della Regione Siciliana, che il 19 luglio aveva annunciato uno stanziamento di 800.000 con l’intento di sterilizzare gli aumenti sul trasporto degli infiammabili nelle isole Eolie, nelle Egadi e a Ustica ma, entrando nel merito del provvedimento, ci si rende conto come questo sia del tutto insufficiente oltre che di improbabile applicazione: nessun trasportatore è nelle condizioni di anticipare giornalmente ingenti somme di danaro per poi attendere di essere rimborsato dalla Regione”.
Oltre a quella di Federalberghi di ieri, la presidenza della Regione ha oggi ricevuto analoga richiesta dai sindaci di alcuni dei comuni isolani: “Tale aumento (delle tariffe per il trasporto di infiammabili, ndr) (…) si ripercuote pesantemente nell’economia turistica e su tutte le famiglie eoliane mettendo anche a rischio le attività degli allevatori (pochi ma importanti per la produzione di prodotti locali) che non possono sostenere il notevole aumento delle tariffe riguardante l’approvvigionamento del fieno per alimentare il bestiame”.
Nel frattempo Caronte&Tourist, che non ha replicato ad albergatori e sindaci, ha dovuto incassare innanzi il Tar di Palermo la sconfitta nei ricorsi contro le proroghe dei contratti di servizio applicate dalla Regione per il periodo dal 1° gennaio 2021 al 28 febbraio 2023, con una sentenza che potrebbe impattare sulla decisione di disdettare i contratti con la Regione.
Scaduto il contratto a fine 2020 l’ente ha fatto valere la clausola del bando che impegnava l’aggiudicatario alla prosecuzione fino a individuazione del nuovo soggetto, alle condizioni del bando originario, mentre la compagnia ha lamentato l’insostenibilità economica sopraggiunta, il rifiuto della Regione di rivedere le condizioni (oltre a quanto consentito dalle condizioni di gara del 2016) e il fatto che la clausola non potesse che essere interpretata nel senso di un impegno limitato e non protratto per oltre due anni e mezzo.
Tesi smontata dai giudici: “Non è dato comprendere per quale motivo una simile disposizione, di valenza pacificamente ultrattiva rispetto alla scadenza del contratto e di chiaro interesse pubblico, essendo essa funzionale a garantire la continuità del collegamento tra la Sicilia e le isole minori nelle more dell’individuazione di un nuovo affidatario dovrebbe, invece, avere applicazione per poche settimane, come pure sostenuto da parte ricorrente”.
Spiegato che alla Regione Siciliana non è nemmeno imputabile l’inerzia nella ricerca di un nuovo aggiudicatario (le gare furono secondo il Tar avviate tempestivamente e il loro protrarsi è stato determinato da fattori estranei all’azione amministrativa), i giudici hanno evidenziato che “rientra nel rischio di impresa sopportare il costo di un servizio reso alle condizioni contrattuali offerte all’Amministrazione (per come, peraltro, modulate nel tempo in base a un meccanismo di revisione del prezzo automatico e oggettivo), anche se poi esse si sono rivelate, in concreto, non remunerative. Tale rischio perdura sino al termine dell’esecuzione delle prestazioni contrattuali che, evidentemente, proseguono anche laddove – come nel caso di specie – sia stato contrattualmente stabilito l’obbligo di proseguire nel servizio (a richiesta dell’Amministrazione e alle medesime condizioni contrattuali) oltre la scadenza originariamente prevista e sino all’individuazione del nuovo affidatario”.
Nondimeno la pronuncia non ha sciolto il dubbio sulla legittimità delle proroghe (quella in corso fino a settembre non era oggetto di causa), perché le argomentazioni di cui sopra erano volte alla sola dimostrazione di infondatezza delle pretese risarcitorie parallelamente avanzate da Caronte, cosicché il verdetto sull’annullamento degli atti di proroga è stato di improcedibilità per sopravvenuta carenza di interesse (essendone l’effetto nel mentre terminato).
A.M.
ISCRIVITI ALLA NEWSLETTER QUOTIDIANA GRATUITA DI SHIPPING ITALY