La sanzione dell’Antitrust sull’abuso di posizione dominante di Caronte&Tourist rinviata in Lussemburgo
Il Tar del Lazio adito dall’armatore contro la sanzione Antitrust del 2022 si rimette alla Corte di Giustizia dell’Ue
Ci vorrà più tempo del previsto per capire se davvero Caronte&Tourist dovrà pagare o meno la sanzione da quasi 4 milioni di euro comminatagli nell’aprile 2022 dall’Autorità Antitrust.
In particolare l’Autorità Garante per la Concorrenza e il Mercato ha accertato l’esistenza di quello che ritiene essere stato un abuso di posizione dominante commesso dalla compagnia armatoriale mediante l’imposizione di prezzi eccessivi per il servizio di traghettamento di veicoli nello stretto di Messina. Fra le doglianze dell’impugnazione di Caronte&Tourist, riepiloga la prima sezione del Tar del Lazio, anche la presunta “violazione dell’art. 14 legge 24 novembre 1981, n. 689, avendo l’Autorità avviato il procedimento per l’accertamento dell’illecito antitrust oltre il termine (perentorio) di novanta giorni previsto dalla citata disposizione, con la conseguente decadenza dal potere di accertare la violazione”.
Al che, a valle di una dotta dissertazione sul punto (incentrata sul momento esatto dal quale decorra il termine), la prima sezione del Tar del Lazio ha ritenuto di rivolgersi alla Corte di Giustizia dell’Unione Europea, in particolare sottoponendole la questione “Se l’art. 102 Tfue, letto alla luce dei principi di tutela della concorrenza ed effettività dell’azione amministrativa, debba essere interpretato nel senso che osti a una normativa nazionale, quale quella discendente dall’applicazione dell’art. 14 l. 24 novembre 1981, n. 689 – come interpretata nel diritto vivente – che impone all’Autorità garante della concorrenza e del mercato di avviare il procedimento istruttorio per l’accertamento di un abuso di posizione dominante entro il termine decadenziale di novanta giorni, decorrente dal momento in cui l’Autorità ha la conoscenza degli elementi essenziali della violazione, potendo questi ultimi esaurirsi nella prima segnalazione dell’illecito”.
Il giudizio è stato sospeso fino a pronuncia della Corte con sede in Lussemburgo.
Intanto sul fronte interno una nota della Rappresentanza sindacale unitaria di Caronte&Tourist ha reso noto che “si sono chiuse negativamente le procedure di raffreddamento con l’azienda per il rinnovo dei contratti integrativi a causa del perpetrare dell’azienda che insisteva nel rimandare le questioni irrisolte al 2024”. Prima di iniziative di protesta, però, le rappresentanze esperiranno un nuovo tentativo: “Procederemo sin da subito ad aprire la seconda fase ed in assenza di risposte dichiareremo lo sciopero così come previsto dalla normativa. Tra le questioni vi è l’applicazione del Ccnl dei marittimi per il personale impiegato a terra, ad oggi inquadrato per la maggior parte nel Ccnl del multiservizi. A nostro avviso in maniera impropria, dato che prevede paghe più basse e condizioni più sfavorevoli. Inoltre, la risoluzione dell’annosa questione dei tanti contratti di secondo livello applicati in Caronte al personale imbarcato, che costituiscono elementi sperequativi tra il personale. La richiesta a Caronte è quella di arrivare a condizioni migliori. Dopo anni di sacrifici e di pace sociale riteniamo che vi siano le condizioni, quindi procederemo sino a quando la questione non verrà risolta”.
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