Depositato da Assiterminal il ricorso al Tar contro i rincari dei canoni concessori
L’azione è stata avviata dopo aver atteso invano anche l’ultimo provvedimento normativo in conversione in Parlamento che non ha tenuto conto degli emendamenti presentati dalla maggioranza sul DL 75/2023
Rispettando gli annunci fatti nelle scorse settimane, Assiterminal comunica ora di aver “presentato l’intervento nel processo al Tar Lazio N.R.G. 6194/2023 avente ad oggetto l’impugnazione del Decreto del Direttore Generale per la vigilanza sulle Autorità di sistema portuale, il trasporto marittimo e per vie d’acqua interne del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti del 30 dicembre 2022, recante ‘Aggiornamenti relativi all’anno 2023, delle misure unitarie dei canoni per le concessioni demaniali marittime’.”
L’associazione dei terminalisti portuali presieduta da Luca Becce in una nota scrive: “L’avevamo detto, abbiamo atteso anche l’ultimo provvedimento normativo in conversione in Parlamento: preso atto che anche gli emendamenti presentati dalla maggioranza sul DL 75/2023 sono stati respinti, abbiamo depositato oggi l’intervento ad adiuvandum”.
I terminalisti, nonostante l’apertura di questo fronte legale con il Ministero dei Trasporti, dicono: “Non perdiamo ne la speranza ne la fiducia di poter ottenere anche a settembre una norma che consenta di prendere fiato, di poterci sedere a un tavolo per rivedere finalmente i criteri di indicizzazione dei canoni concessori (a valere dal 2023) ma i tempi parlamentari contrastano con i tempi, il contesto e le necessità delle aziende terminaliste”.
Le iniziative a tutela di tutte le aziende del settore ovviamente non si fermano a questa, come già preannunciato sempre da Assiterminal: “Stiamo inoltre ragionando, insieme alle altre associazioni del cluster marittimo e portuale, su proposte funzionali a un’efficace accelerazione della transizione energetica nei porti, attraverso strumenti adeguati che consentano lo sviluppo di Comunità Energetiche Portuali (CERP) che possano davvero aiutare i terminalisti a promuovere le proprie esigenze progettuali di sviluppo impattando positivamente anche sui territori limitrofi all’operatività portuale: la sostenibilità, vera, si traguarda così, tutelando il proprio business insieme alla tutela del territorio in cui si opera e si lavora”.
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