Pubblicato l’avviso per il rinnovo fino al 2048 della concessione di Tiv a Marghera
Il terminal container di Msc potrà sfruttare poco la ferrovia, convivrà con le navi da crociera e manterrà libertà d’azione sull’impiego di personale proprio ed esterno in banchina
A cinque anni dalla presentazione della prima istanza, il rinnovo della concessione di Tiv – Terminal intermodale Venezia, joint venture fra Marinvest (Msc) e la Mariner del maltese Marin Hili, ha fatto un passo avanti decisivo.
L’Autorità di sistema portuale veneta, infatti, ha pubblicato il relativo avviso, dando 45 giorni di tempo a chi intendesse presentare una domanda in concorrenza e fissando dettagliati criteri di confronto, incentrati su obiettivi di traffico e di sviluppo della modalità ferroviaria (30 punti, con un target minimo di 2,2 milioni di tonnellate e un target atteso dall’Adsp di 3,5), sostenibilità e impatto ambientale e livello di innovazione tecnologica (20 punti), iniziative di partenariato con centri di ricerca e istituzioni universitarie (2 punti), investimenti infrastrutturali e sovrastrutturali (28 punti), capacità di assicurare un’adeguata continuità operativa del porto (4 punti), piano occupazionale (16 punti).
Accluse all’avviso anche l’istanza originaria di Tiv del 2018, che chiedeva un’estensione di 25 anni (al 2048) a fronte di un business plan non reso noto, l’aggiornamento del 2022 richiesto dagli atti dell’Adsp che hanno riorganizzato gli assetti dei terminal di Marghera anche in ordine allo spostamento del traffico crocieristico, e un’integrazione prodotta poche settimane fa in risposta ai chiarimenti chiesti dall’ente (in cui si precisa, fra l’altro, l’estensione della richiesta al 2050 in ragione delle proroghe Covid intanto intervenute).
Ancorché per ragioni di privacy buona parte di quest’ultimo documento sia oscurato, se ne possono trarre alcune indicazioni sui piani di Tiv. Vi si legge ad esempio dell’impegno a realizzare un binario di 450 metri adeguandolo ai requisiti di Rfi e attivando con essa un contratto di raccordo, pur specificando che la potenzialità ferroviaria del terminal è limitata sia infrastrutturalmente sia per la natura del traffico servito, dato che “per i container il trasporto ferroviario è conveniente solo sopra i 300km” e che Venezia “a causa di limitazioni strutturali è un porto di feederaggio che serve sostanzialmente l’hinterland veneto”.
Ampie rassicurazioni, inoltre, vengono fornite in merito alle possibili interferenze col traffico crocieristico (quello previsto sulle stesse banchine del terminal, che già, ricorda, sta concedendo disponibilità di un accosto anche nei giorni infrasettimanali, in aggiunta ai weekend previsti dalla gestione commissariale).
Oscurate tutte le indicazioni significative in termini di investimenti su beni demaniali e in mezzi di piazzale, salvo l’accenno alla “introduzione delle operazioni con gru Rtg”, che richiederà “un maggior numero di gruisti e carrellisti”. Sul fronte della manodopera temporanea, invece, Tiv ritiene “puramente indicative e non impegnative le quantità di utilizzo di personale dell’impresa ex art.17”, considerandosi “libera di organizzare la propria attività” variando secondo convenienza il rapporto fra personale interno ed esterno.
A.M.
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