Traffici ferroviari in aumento nel porto di Venezia nel primo semestre (+6%)
Nello scalo aumentano numero e peso dei treni (così come la quota di quelli internazionali), a fronte di un calo del 4,7% delle movimentazioni via mare
Nel primo semestre dall’anno i traffici marittimi gestiti nel porto di Venezia sono calati del 4,7% rispetto allo stesso periodo del 2022, attestandosi a quota 12.342.769 tonnellate. Un andamento che riflette la stagnazione della produzione industriale e la contrazione dei prestiti alle imprese, per uno scalo vocato a supportare l’export del Veneto, secondo quanto spiegato oggi dal presidente della AdSP Fulvio Lino Di Blasio in un punto stampa che si è svolto in mattinata.
Nel dettaglio la prima metà del 2023 ha visto il prosieguo della contrazione per le rinfuse liquide (-20,8%, 3.251.784 milioni di tonnellate), un significativo calo dei Teu (-12,3%, 254.223), un incremento per le rinfuse solide (+3,2%, 4.003.612 tonnellate, perlopiù prodotti agricoli e siderurgici), un netto aumento dei ro-ro (+13,5%, 1.137.794 tonnellate, per merito anche dell’arrivo della seconda linea di Grimaldi con navi di classe Eco) e il forte recupero dei passeggeri (+123,2%, 173.991).
Nonostante i volumi siano complessivamente calati, il porto di Venezia è comunque riuscito a far crescere nel semestre il traffico, in ingresso e in uscita, gestito per via ferroviaria dalla partecipata della AdSP Erf (Esercizio Raccordi Ferroviari). Nei primi sei mesi dell’anno è stato infatti del 4,2% l’incremento del numero di treni osservato nel periodo (in totale 2.423), mentre in termini di tonnellate le movimentazioni sono cresciute del 6% (1.128.855 milioni). Un andamento particolarmente positivo si è visto in particolare nel secondo trimestre, dove i convogli gestiti sono cresciuti in numero del 12,5% e in tonnellate del 20,8%. Un segnale – questo disallineamento tra i due valori – che indica come lo scalo stia accogliendo treni sempre più lunghi e pesanti, ha rimarcato Pietro Vitali, responsabile del Sistema di Gestione Integrato di Erf. Altro indicatore rilevante positivo sul traffico ferroviario, ha aggiunto, è la quota di convogli relativi al traffico internazionale, ora pari al 30%, in aumento di 5 punti percentuali su quella del 2022.
Quanto a Chioggia, lo scalo nel semestre ha perso il 28,1% (288.601 tonnellate), registrando cali marcati sia sul fronte delle merci varie in colli (-31,6%, 75.021 tonnellate) che su quello delle rinfuse solide (-25,4%, 213.580 tonnellate), mentre sono aumentati (24.484) i passeggeri registrati tra gennaio e giugno 2023. “Stiamo parlando di un porto con un andamento storicamente altalenante, per rilanciarlo ci vuole ancora lavoro” ha affermato Di Blasio, preannunciando la convocazione a settembre degli ‘stati generali’ dello scalo (ovvero degli operatori lì attivi) per avviare una riflessione approfondita sul suo sviluppo.
L’incontro con la stampa è stato però per Di Blasio anche l’occasione per fare il punto su alcuni temi d’attualità che interessano i due scali sotto la sua giurisdizione, a partire dalla gara per individuare il fornitore di manodopera temporanea a Venezia e Chioggia (“nessuno ha mai messo in dubbio la presenza della clausola sociale” e “saranno approntati due bandi distinti”, ha confermato al riguardo il presidente dell’AdSP rispetto a due dei temi più delicati della procedura). Riguardo le concessioni ai terminal, Di Blasio ha ricordato il recente rilascio di un titolo di durata 25ennale a Vecon e ricordato che si chiuderà a settembre per Tiv la fase di evidenza pubblica. Dopo di che, ha aggiunto, “esamineremo eventuali proposte alternative”.
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