Adsp e Comune di Civitavecchia attaccano il Consiglio di Stato per la sentenza su Marina Roma Yachting
Le istituzioni locali hanno espresso “amarezza e profondo dispiacere per il colpo inferto alle prospettive e speranze di sviluppo della città e del porto”
Il sindaco di Civitavecchia, Ernesto Tedesco, e il presidente dell’Autorità di Sistema Portuale del Mar Tirreno Centro Settentrionale, Pino Musolino, esprimono “amarezza e profondo dispiacere per il colpo inferto alle prospettive e speranze di sviluppo della città e del porto dalla sentenza del Consiglio di Stato sul marina yachting del porto storico, che riporta indietro di 7 anni un procedimento amministrativo di fatto appena concluso con la chiusura della conferenza dei servizi di pochi giorni fa”. SHIPPING ITALY aveva riportato ieri la notizia della sentenza favorevole alla società Porto Storico Srl pronunciata dal Consiglio di Stato che boccia l’affidamento in concessione del porto turisstico di Civitavecchia a Marina Roma Yachting Srl e riporta la procedura alla gara pubblica iniziale.
“Le sentenze si rispettano – dichiara il sindaco Ernesto Tedesco – ma non viene comunque meno il diritto di censurarle, come in questo caso, in cui la decisione della VII sezione del Consiglio di Stato è penalizzante e devastante per il territorio di Civitavecchia. Significa – prosegue Tedesco – ricominciare da capo un percorso, che è stato già di per sé lunghissimo e travagliato proprio a causa di esposti, che hanno dato luogo a indagini che non hanno portato a nulla, e di ricorsi che erano stati tutti respinti, fino a questa ultima sentenza che ha ribaltato un quadro che sembrava ormai chiarito e consolidato, dopo la sentenza di primo grado e dopo lo stesso parere dell’Anac. Lo stesso giudice di prime cure aveva stabilito che il tema del presunto conflitto di interesse andasse affrontato in conferenza dei servizi, così come effettivamente è stato. E ad esprimersi unanimemente non sono stati solo il Comune di Civitavecchia e l’Autorità di Sistema Portuale, ma tutti gli enti e organi dello Stato presenti in conferenza dei servizi, molti dei quali si sono anche costituiti in giudizio contro il ricorso in sindaco di Civitavecchia rincara la dosa parlando di “ennesimo caso in cui la giustizia amministrativa interviene dopo anni, rimettendo in discussione procedimenti ormai conclusi e creando problemi ad intere collettività, con effetti che si riverberano negativamente sullo sviluppo di città e territori. E’ una mannaia che ancora una volta si abbatte su Civitavecchia, con le amministrazioni in carica che fanno le spese di errori del passato: il contenuto della dichiarazione del precedente sindaco, estrapolata dal contesto di una vecchia indagine poi archiviata, non può che lasciare a dir poco perplessi e ha costituito uno degli elementi utilizzati dal Consiglio di Stato per riformare la sentenza del Tar. Dai verbali della conferenza dei servizi risulta che quei dubbi furono chiariti, ma se così non fosse stato, come affermato poi dal sindaco pro tempore, la questione si sarebbe dovuta definire subito e non si sarebbero persi più di 5 anni di tempo, con quello che oggi appare come un vero e proprio ‘fermo amministrativo’ per un progetto qualificante per l’intera città, per il quale ora si rischia di perdere un partner del calibro del Principato di Monaco”.
Secondo il presidente dell’Adsp, Pino Musolino, “a essere messa in discussione è la credibilità e l’affidabilità dell’intero Sistema Paese. Era già diventata imbarazzante la durata di un procedimento avviato nel 2016. Ora, il fatto che al termine di questo percorso così lungo e travagliato, alla vigilia del rilascio della concessione demaniale, arrivi una sentenza che riporta indietro di 7 anni le pagine del calendario, facendo ripartire da capo un iter che potrebbe richiedere, al netto di nuovi e ulteriori ricorsi, almeno altri due anni di tempo per concludersi e poter dare il via ai lavori, che sarebbero iniziati entro la fine di quest’anno, è evidente che sia qualcosa di inconcepibile per un socio che rappresenta uno Stato estero che aveva deciso di investire in Italia”.
“Su un piano personale – continua Musolino – è veramente difficile non perdersi d’animo quando, a fronte di tanti sforzi, impegno e lavoro condivisi dalle istituzioni del territorio per creare occasioni per il futuro di Civitavecchia, ci si scontra sempre con un muro di gomma, per questioni che spesso vengono da lontano, che continuano a essere una zavorra per il nostro territorio. Adesso dovremo lavorare da un lato per ottemperare alla sentenza e dall’altro per evitare la possibilità di perdere investitori e investimenti importanti e un porto turistico a Civitavecchia nel prossimo futuro”.
“Chi oggi gioisce delle sfortune del porto – conclude Musolino – lo fa perché ha rappresenta interessi particolari, oppure perché come tutti gli sciacalli di certo non ha a cuore le sorti e il bene della città e vorrebbe nutrirsi dei ‘resti’ del porto stesso. Rimanga comunque in serenità: fino all’ultimo momento utile lotteremo sempre per far funzionare i nostri scali e per far crescere l’economia e i posti di lavoro sul territorio”.
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