Dalla sua analisi Banchero Costa rileva che “l’Unione Europea è ora nuovamente emersa come il più grande importatore di greggio via mare del mondo, dopo essere stata brevemente superata dalla Cina nel 2019-2021″. Evidenzia inoltre che nel 2020 i 27 Paesi dell’Unione Europea hanno importato 388,8 milioni di tonnellate di greggio via mare, sempre secondo i dati di monitoraggio delle navi di Refinitiv; questo significa un calo netto del -12,8% su base annua, rispetto ai 446,0 milioni di tonnellate importati nel 2019. Nel 2021 le importazioni via mare nell’Ue hanno registrato una certa ripresa, con un +3,5% su base annua, raggiungendo i 402,5 milioni di tonnellate, ma ancora ben al di sotto del periodo pre-Covid. Nei 12 mesi del 2022, le importazioni nell’Unione Europea hanno registrato un’ulteriore crescita del 12,3% su base annua, raggiungendo 452,0 milioni di tonnellate”.
Tornando al periodo gennaio-luglio 2023: “l’Ue ha importato 275,7 milioni di tonnellate di greggio, con un aumento del 5,3% su base annua rispetto allo stesso periodo del 2022 e – afferma ancora il rapporto – l’Ue rappresenta il 21,8% delle importazioni globali di greggio via mare. Circa il 15% dei volumi scaricati nell’Ue del periodo in esame sono stati trasportati da Vlcc, circa il 42% da Suezmax e circa il 42% da Aframax.
Dal lato porti i più importanti dell’Ue di questi primi sette mesi 2023 sono stati Rotterdam (58,7 mln di tonn. di greggio nel periodo gennaio-luglio 2023), Trieste (20,6 mln di tonn.), Danzica (19,4 mln di tonn.), Fos (12. 7 mln di tonn.), Wilhelmshaven (11,2 mln t), Le Havre (10,3 mln t), Cartagena (8,4 mln t), Sarroch (6,9 mln t), Augusta (6,3 mln di tonn.), Algeciras (6,1 mln di tonn.), Sines (5,8 mln di tonn.). Riguardo alle fonti delle spedizioni c’è stato chiaramente un po’ di rimescolamento a livello politico”.
Le importazioni via mare dalla Russia nello stesso periodo “sono diminuite del -43,4% su base annua nel gennaio-luglio 2023 a 37,6 milioni di tonnellate, da 66,5 milioni di tonnellate nel gennaio-luglio 2022, e sono diminuite di oltre la metà rispetto agli 80,2 milioni di tonnellate del gennaio-luglio 2019″. In questa fase la Russia è al quarto posto tra le fonti di petrolio via mare per l’Ue, con il 13,6% dei volumi nel periodo gennaio-luglio 2023, dopo il Mare del Nord con il 19,0%, il Nord Africa con il 17,8% e gli Stati Uniti con il 14,0%.
Le spedizioni dal Mare del Nord (Norvegia e Regno Unito) sono aumentate del 16,4% su base annua, raggiungendo 52,5 milioni di tonnellate nel periodo gennaio-luglio 2023. Il dato delle importazioni dal Nord Africa (incluse quelle da Sidi Kerir) vede l’aumento del +31,2% su base annua a 49,0 mln di tonn. nel periodo gennaio-luglio 2023. Le importazioni dagli Stati Uniti sono aumentate del +30,3% su base annua, raggiungendo un nuovo record storico di 38,7 milioni di tonnellate nel periodo gennaio-luglio 2023. Le spedizioni dall’Africa occidentale verso l’Europa sono aumentate del +4,2% su base annua, raggiungendo 30,0 milioni di tonnellate nel gennaio-luglio 2023. Anche i carichi provenienti dal Golfo Arabico hanno registrato un forte rimbalzo del +63,1% su base annua a 25,2 mln di tonn, ma sono ancora in calo rispetto ai 25,9 mln di tonn. del gennaio-luglio 2019. Infine – conclude il rapporto Banchero Costa – i volumi dalla Turchia (Ceyhan) sono diminuiti del -23,7% su base annua a 15,3 mln di tonn, rispetto ai 20,1 mln t del gennaio-luglio 2022”.
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