Ets e Gioia Tauro: il Governo prova a dare una soluzione e un indirizzo
Per Ferrante (Mit), interrogato sui possibili effetti delle nuove norme europee sulle emissioni, l’estensione dello status ‘africano’ agli scali continentali è una possibile risposta
Il tema dei possibili effetti sui porti nazionali della modifica del sistema europeo di scambio di quote di emissioni nel trasporto (Emission trading scheme) con l’inclusione del settore marittimo è arrivato in Parlamento, ma la risposta del Governo è stata per ora interlocutoria.
L’interrogazione in commissione trasporti alla Camera è stata posta dalla deputata spezzina di Fratelli d’Italia Maria Grazia Frijia, che, illustrati i rischi per i porti italiani (“ad esempio Gioia Tauro”) ha chiesto al Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti “se e quali iniziative di competenza intenda adottare, anche presso le competenti sedi europee, per giungere a una revisione tempestiva del sistema Ets prima che i processi di trasferimento delle linee marittime diventino potenzialmente irreversibili”. Il tema, come noto, è caro soprattutto al Gruppo Msc che del Medcenter Container Terminal di Gioia Tauro è il controllante (concessionario).
Il sottosegretario ai Trasporti, Tullio Ferrante, richiamata la consultazione avviata dalla Commissione in vista degli atti di impementazione (scadrà il 18 settembre il termine per le osservazioni), ha spiegato come “il Mit abbia avviato una interlocuzione con tutte le Autorità di sistema portuale per verificare se vi siano altri porti che rientrano nella stessa situazione di Gioia Tauro”. Citato lo studio prodotto dall’Autorità di sistema portuale di Gioia Tauro, Ferrante ne condiviso la suggerita soluzione ventilando l’obiettivo di “estendere il regime applicato ad altri porti del Mediterraneo non europei anche ai porti di transhipment europei”.
Naturalmente non prima di aver completato la ricerca fra gli altri scali nazionali dove il trasbordo di container è prevalente sul resto dei traffici di import/export.
Nessuna menzione, invece, di iniziative per convincere gli altri paesi interessati (Spagna, Malta, Portogallo, Grecia, ecc.) a muoversi congiuntamente in tal senso né sull’eventualità che l’altra soluzione ipotizzabile (equiparare lo status di Tangeri e Port Said a quello degli scali europei invece che il contrario), meno gradita all’armamento e più difficilmente perseguibile, possa esser maggiormente appetibile per la Commissione Europea, garantendo identico risultato, maggior gettito e piena coerenza con la normativa piuttosto che con le sue deroghe.
Frijia si è detta “molto soddisfatta della risposta del Governo. Esso si dimostra attento a tutti i provvedimenti che influenzano il mercato nazionale, per garantirne sempre l’efficienza, la qualità e la funzionalità”.
A.M.
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