Trasparenza e legalità: s’infiamma lo scontro fra le Adsp italiane e l’Authority dei Trasporti
Dura replica di Assoporti alla rivendicazione della “introduzione di criteri trasparenti e certi per il rilascio delle concessioni portuali”
Che la perdita di prerogative o, meglio, la commistione delle proprie con quelle dell’Autorità di regolazione dei trasporti, decisa ultimamente dal Governo, sia un boccone amaro da digerire per le Autorità di sistema portuale è cosa nota, ma ora il livello del confronto e del conflitto si eleva fino al rischia di incidente diplomatico.
Con una nota durissima, infatti, Assoporti, l’associazione delle Autorità di sistema portuale italiane, ha espresso “forte disappunto” per le dichiarazioni rilasciate da Nicola Zaccheo, presidente di Art, in occasione della presentazione alla Camera della relazione annuale, chiedendogli di rettificarle e minacciando in caso contrario di “tutelare in tutte le sedi, l’immagine, la correttezza, trasparenza e terzietà dell’operato delle ADSP italiane”.
Il passaggio della relazione ‘incriminato’ è quello in cui Zaccheo ha segnalato “il recente coinvolgimento dell’Autorità nella definizione degli schemi dei Piani economico-finanziari dei concessionari portuali, finalizzati, tra l’altro, alla determinazione di una durata congrua delle concessioni, nonché alla definizione di benchmark di settore. Il ruolo dell’Autorità in tale ambito è previsto dalle Linee guida adottate con il decreto del Ministro delle Infrastrutture e dei trasporti n. 110 del 21 aprile 2023 (step decisivo, come ricordato dallo stesso Zaccheo, per la terza rata Pnrr, ndr). (…) Le funzioni assegnate all’Autorità nell’ambito delle procedure di rilascio delle concessioni portuali trovano conferma nelle attribuzioni e nei poteri già consolidati dalla legge istitutiva. Il coinvolgimento dell’Art, pertanto, favorirà l’introduzione di criteri trasparenti e certi per il rilascio di concessioni portuali, assicurando, al contempo, un esercizio più efficiente delle stesse, a garanzia dell’equilibrio degli interessi di tutte le parti coinvolte”.
Frasi, quest’ultima in particolare, che hanno dato modo alle Adsp di rinfocolare l’acrimonia verso Art e Zaccheo, reo di aver espresso un “giudizio di valore sul ruolo e sull’operato delle AdSP, presentate come caratterizzate da procedure opache e incerte, gestioni inefficienti, procedure con evidenti e diffusi profili di illegittimità”.
Da capire se e come ora Zaccheo risponderà a questa polemica nata da parole scaturite da una incontestabile e colpevole vacanza quasi trentennale del regolamento sulle concessioni previsto dalla legge portuale del 1994. Una vacanza che ha dato la stura a una miriade di difformità fra porto e porto e a relative tonnellate di contenzioso, in uno scenario generale di trasparenza in cui, in tre decenni di esistenza, mai è stata resa pubblica una sola delle centinaia di concessioni rilasciate dalle Autorità portuali, le cui ulteriori manchevolezze in ordine ai propri obblighi di pubblicità sono all’ordine del giorno.
Da un punto di vista squisitamente giuridico, onde contestare la asserita pretesa di Zaccheo di tracimare oltre le proprie competenze, i presidenti di Adsp hanno ricordato “che il testo vigente della legge 84/94 (all’art. 6 comma 4 lett. e) attribuisce alle Autorità di Sistema Portuale – quindi terze per definizione della norma – l’amministrazione in via esclusiva delle aree e dei beni del demanio marittimo ricompresi nella propria circoscrizione, senza previsione alcuna di supervisione o vigilanza da parte di soggetti terzi, non coinvolti da alcuna legge in attività amministrative e gestorie delle stesse”. Per completezza va però ricordato anche che la lettera n) del comma 3 dell’articolo 8 della stessa legge, stabilisce come il presidente di una Adsp eserciti “le competenze attribuite all’Autorità di sistema portuale dagli articoli 16, 17 e 18 (concessioni, quindi, ma non solo, ndr) nel rispetto delle disposizioni contenute nei decreti del Ministro delle infrastrutture e dei trasporti (…) nonché nel rispetto delle deliberazioni della Autorità di regolazione dei trasporti per gli aspetti di competenza”.
La stessa relazione di Zaccheo ha dato il via a un’altra polemica ancora accesa sempre in questi giorni a valle della relazione annuale con Fai Conftrasporto e con Confetra per l’esclusione dell’autotrasporto dal contributo annuale all’authority.
A.M.
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“Con l’esonero del contributo Art all’autotrasporto ripercussioni sull’aliquota per gli altri”