Unione Piloti impugna anche l’ultimo rinnovo tariffario
All’assemblea dell’associazione guidata da Vincenzo Bellomo riepilogo anche sulla vertenza per il rimborso spese dei corsi obbligatori
Come già per quello precedente, l’associazione di corporazioni di piloti portuali Unione Piloti “non ha ritenuto opportuno prestare il proprio consenso all’aggiornamento tariffario e ha, conseguentemente, attivato i propri legali per un ricorso al Tar Lazio”.
Ne dà notizia una nota diramata dall’associazione presieduta da Vincenzo Bellomo a valle dell’ultima assemblea annuale, in cui si spiega il disappunto “di fronte ad un iter di approvazione delle tariffe che è sembrato operare al contrario. La sensazione percepita da Unione Piloti è che tutto il lavoro del tavolo (di lavoro, ndr) sia stato vanificato, alla luce di una conclusione che è parsa già definita. È così che l’aggiornamento tariffario ottenuto ha sacrificato quei principi di equità e di trasparenza richiesti dal Regolamento Ue 352/2017”.
La nota evidenzia inoltre la disponibilità di unione Piloti “a confrontarsi con le altre associazioni di categoria che possano stabilire criteri tariffari univoci e che possano in futuro aiutare il ‘tavolo’ a lavorare con un iter da tutti condiviso”. E ha celebrato “l’aggiornamento delle tariffe dei pratici locali. La proposta, pervicacemente sostenuta dalla scrivente associazione di aggiornare le tariffe dei pratici locali del 15%, ha trovato le associazioni interessate unanimemente concordi”.
Flash infine sul tema del rimborso dei costi obbligatori: “Gli associati di Unione Piloti in questi anni hanno subìto un intollerabile trattamento discriminatorio nel momento in cui per libera scelta o comodità logistica decidevano di svolgere i corsi presso un ente autorizzato ma non convenzionato con altre associazioni di categoria”.
Riferito della nota ministeriale in base a cui, “laddove il rimborso spese per i corsi obbligatori non sia effettuato dall’Associazione di Categoria comunque destinataria del 2%, questo avrebbe dovuto comunque essere coperto dalla Corporazione di appartenenza”, l’associazione di Bellomo propone “di definire una quota fissa o quota base da ripartire a ciascuna associazione riconosciuta. Questa andrebbe a coprire anche il costo del distaccato sindacale, ed essendo liberamente destinata dal pilota alla propria associazione di riferimento, andrebbe, dunque, a ripristinare tanto un elementare principio di democrazia, quanto la libera scelta del pilota”.
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