Anche Assocostieri chiede l’accesso alle Comunità energetiche
Come Assiterminal, l’associazione dei titolari di depositi costieri auspica la rimozione del vincolo delle piccole e medie imprese per ottenere gli incentivi previsti dalla legge
Il business delle comunità energetiche – il meccanismo di incentivazione pubblica alla realizzazione di impianti di produzione energetica da fonti rinnovabili – non suscita l’interesse solo dei cugini di Assiterminal, anche i depositi costieri hanno chiesto di potervi partecipare.
Lo spiega una nota dell’associazione di categoria Assocostieri, a valle di un’audizione di fronte alla IX Commissione del Senato sul Ddl Concorrenza (l’obiettivo è la modifica dell’articolo 3 intitolato al cold ironing), durante la quale il direttore generale Dario Soria, ha suggerito di “risolvere l’elemento di criticità che ad oggi impedisce lo sviluppo delle Comunità Energetiche Rinnovabili Portuali: allo stato attuale la direttiva comunitaria Red II (art.22) limita esplicitamente l’adesione alle Cer alle Pmi. Il D.Lgs. 199/2021, di recepimento della Red II, sembrerebbe essere di altro segno laddove all’articolo 31 comma 1 apparirebbero inclusi tutti i soggetti, incluse le Pmi e le grandi imprese e prevedendo tuttavia che i poteri di controllo facciano capo esclusivamente alle Pmi, oltre a persone fisiche, enti territoriali, autorità locali (art.31 c.1, lett.b). Assocostieri ha proposto di sanare tale criticità per consentire alle Cer di ricomprendere gli operatori portuali maggiori e poter quindi giocare un ruolo incentivando il punto di incontro tra la generazione green e le utenze portuali, comprese le infrastrutture di cold ironing”.
Altro aspetto rilevato da Assocostieri è stato “l’estensione alle Cer Portuali della deroga relativa all’obbligo di connessione di impianti ed utenze connesse sotto la stessa cabina primaria, riservata allo stato attuale alle Cer istituite dal Ministero della Difesa (D.L. n.50/2022, art.9, c.1). Tale estensione appare necessaria in quanto è frequente il frazionamento dell’area di competenza di una singola Autorità Portuale in diverse cabine primarie”.
A differenza di Assiterminal, l’associazione non parrebbe aver fatto riferimenti agli effetti che gli eventuali investimenti ‘energetici’ dei concessionari dovrebbero avere sulla riduzione dei loro canoni.
“Assocostieri – ha concluso la nota – ha manifestato, altresì, come ad oggi la disponibilità di combustibili alternativi come Gnl e Biognl costituiscano una soluzione già pronta all’uso per l’abbattimento delle emissioni delle grandi navi. Fondamentale, inoltre, sottolineare come non ci sia contrapposizione tra soluzioni alternative che al contrario dovranno concorrere a perseguire gli obiettivi della transizione energetica”.
Da vedere se e come il legislatore voglia e possa recepire una modifica che ad oggi limiterebbe un meccanismo limitato a privati e piccole-medie imprese proprio per l’insostenibilità economica di un incentivo tarato sui consumi di soggetti energivori come le grandi imprese.
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