Monito di Allianz: “Mancano navi specializzate per l’eolico offshore”
Un report sottolinea che la crescita esponenziale di un settore decisivo per la transizione ecologica necessita di investimenti anche da parte degli armatori
C’è anche l’insufficienza della flotta specializzata nei lavori di costruzione in mare fra le preoccupazioni sullo sviluppo dell’industria dell’eolico offshore declinate da un report di Allianz sul tema.
Il gruppo assicurativo tedesco sostiene che “le potenzialità dell’eolico offshore come fonte di energia pulita per la transizione energetica siano indiscutibili”. Ma “i progettisti e i loro assicuratori devono gestire una serie di rischi per garantire il successo dell’eolico offshore a livello globale, tra cui tecnologia prototipica, pressioni economiche, condizioni meteorologiche più estreme, danni ai cavi e rischi di collisione, nonché criticità ambientali”.
Nel suo nuovo report “Un punto di svolta per l’eolico offshore”, Allianz analizza tutto ciò, dedicando anche un capitolo al problema “stringente della disponibilità di navi specializzate. È necessaria una flotta più grande a livello globale, che vada oltre l’Europa, attuale area principale, e che comprenda navi da installazione, jack-up e di supporto. Inoltre le collisioni di imbarcazioni con turbine e infrastrutture offshore possono causare perdite significative e negli ultimi anni si è registrato un aumento degli incidenti. Sebbene finora questi incidenti abbiano coinvolto in genere imbarcazioni più piccole, spesso a causa di un errore umano, si sono verificati anche episodi che hanno coinvolto navi più grandi, situazione ancora più preoccupante se si considera che solo nel Mare del Nord si prevede l’installazione di 2.500 turbine eoliche entro il 2030”.
Un tema che si lega a quello dell’espansione territoriale dell’eolico offshore: “Anche se il settore offshore in Europa ha una notevole esperienza nella gestione delle operazioni in ambienti marini pericolosi, con la sua espansione nel mondo ci saranno nuovi insediamenti più lontani dalla costa, in territori soggetti a diversi tipi di condizioni meteorologiche e catastrofi naturali. Sulla costa orientale degli Stati Uniti o a Taiwan, ad esempio, la velocità del vento e l’azione delle onde saranno molto più significative. Resta da vedere se il cambiamento climatico aumenterà il rischio, dato che il rialzo delle temperature della superficie del mare può intensificare la forza degli uragani” ha spiegato Adam Reed, Global Leader Offshore Renewables and Upstream Energy, Allianz Commercial.
Ma ci sono anche altre criticità da considerare: “Nonostante il suo inestimabile contributo alla transizione verso il net-zero, il settore dell’eolico offshore deve prestare attenzione allo sviluppo responsabile e alla gestione dell’ambiente. Ciò include la gestione dell’impatto sulla biodiversità e sulla fauna marina o l’utilizzo delle materie prime necessarie, come le ‘terre rare’ o il litio”.
Inoltre, si spiega nel report, “i costi dei materiali e il noleggio delle navi sono aumentati e la fornitura di materiali e la disponibilità di appaltatori continuano a rappresentare una sfida. I colli di bottiglia delle catene di approvvigionamento, le lunghe procedure di autorizzazione e i ritardi nelle connessioni alla rete elettrica costituiscono un’ulteriore pressione”.
Sul fronte più prettamente assicurativo, il report di Allianz evidenzia come “i cavi sono la causa principale dei sinistri. Il rischio legato ai cavi è cruciale e quindi la qualità del servizio è fondamentale. Le imprese appaltatrici devono garantire di avere le competenze necessarie per rimediare agli incidenti e di essere in grado di procurarsi rapidamente parti di ricambio per contenere le perdite subite durante i tempi di inattività. Dal punto di vista assicurativo, con i lavori di cablaggio sottomarino le compagnie assicurative prestano molta attenzione al tipo di cavo utilizzato, al tipo di imbarcazioni coinvolte, alla comunicazione tra il cliente e l’appaltatore e alla frequenza con cui gli ingegneri esperti del rischio effettuano visite in loco per supervisionare i lavori”.
Ad oggi, oltre il 99% del totale delle installazioni eoliche offshore si trova in Europa e nell’area Asia-Pacifico, ma gli Stati Uniti stanno investendo molto in questo settore e la Cina ha superato l’Europa diventando il mercato più grande del mondo, con la previsione che nel 2023 la metà delle installazioni eoliche offshore si troverà in questo paese. Nel 2022 sono stati aggiunti alla rete 8,8GW di nuova capacità eolica offshore e la potenza installata globale ha raggiunto i 64,3GW. Secondo la previsione del Global Wind Energy Council, nei prossimi 10 anni si aggiungeranno circa 380GW di capacità offshore in 32 mercati.
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