Centro Servizi Derna è un concessionario: vittoria finale di Spinelli sull’ex Multipurpose
Nuovi dettagli sull’istanza per il porto in linea: previsto un investimento di 120 milioni dell’Adsp e una spartizione del compendio con Msc-Bettolo
Il titolo rilasciato nel gennaio 2018 dall’Autorità di sistema portuale di Genova a Centro Servizi Derna, società del gruppo Spinelli, è un titolo concessorio valido a tutti gli effetti. Lo ha stabilito una sentenza con cui il Consiglio di Stato ha confermato quanto deciso dal Tar della Liguria nell’ottobre di quell’anno e chiuso una vertenza che ha visto per anni schierati su fronti opposti i maggiori operatori del porto di Genova (e per loro i più celebri avvocati amministrativisti).
Spinelli, a seguito dell’accordo del 2004 fra i partecipanti alla gara per il compendio cosiddetto Multipurpose, nel porto storico di Genova, ottenne nel 2006 la concessione fino al 2029 dell’area da 20mila mq, ma, con l’emergere dell’inchiesta penale su quella procedura, l’Autorità Portuale decise di sospendere tutto e di bandire un’altra gara nel 2009, con la condizione di ripristinare gli assetti precedenti nel caso dall’inchiesta non fosse emerso nulla di rilevante. La gara premiò Messina e Terminal San Giorgio che nel 2011 si accordarono con Spinelli per sub-concedergli l’area in questione.
Chiusosi nel 2014 il procedimento penale con sentenza di assoluzione dei reati contestati, Spinelli ha chiesto il ritorno alla situazione del 2006, soddisfatto dall’Autorità di Sistema Portuale lo scorso gennaio. L’associazione temporanea d’impresa fra Messina e Terminal San Giorgio ha quindi impugnato tale atto, eccependo, inoltre, che un accordo privato sottoscritto con la subconcessione del 2011 avrebbe impedito a Spinelli di avvalersi della clausola di salvaguardia e ripristino dello status quo ante prevista dal bando del 2009.
Ma il Consiglio di Stato, come già il giudice di prime cure, ha smontato l’articolata tesi delle ricorrenti e poi appellanti, dimostrando la correttezza dell’operato dell’Adsp.
Nel frattempo emergono alcuni dettagli dell’istanza che Spinelli ha presentato nei giorni scorsi all’ente per la realizzazione del cosiddetto porto in linea, rivelata ieri da SHIPPING ITALY. La domanda consta in sostanza nella richiesta di recepire il riempimento delle calate Inglese, Concenter e Giaccone negli strumenti di pianificazione dell’Adsp (con un aggiornamento del Documento di pianificazione strategica e un inserimento nel nuovo Piano regolatore portuale) e di modificare le destinazioni d’uso ai container.
Il documento presentato prevedrebbe uno sviluppo in tre fasi fra il 2024 e il 2032, quando a regime si raggiungerebbe nel nuovo terminal di Spinelli (e Hapag Lloyd) da oltre 350mila mq una capacità di movimentazione di circa 1,5 milioni di Teu. A questi si aggiungerebbe la capacità aggiuntiva di Giaccone, i cui piazzali riempiti, secondo l’istanza, sarebbero però acclusi alla concessione del Terminal Bettolo del gruppo Msc (socio di minoranza del Terminal Rinfuse Genova che, con la sua merceologia, andrebbe a sparire). I riempimenti auspicati, che oltre alle calate contemplano l’allungamento dei ponti Etiopia, ex Idroscalo e Rubattino, sommerebbero oltre 2,5 milioni di metri cubi per quasi 200mila mq di nuovi piazzali e costerebbero all’Adsp (l’intervento è previsto a carico dell’ente) circa 120 milioni di euro. La banchina lineare, da Etiopia a tutto Bettolo, raggiungerebbe quasi 1,8 km (a cui si aggiungerebbe la banchina a pettine residua sul lato a ponente di Etiopia, di oltre 400 metri.
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