Regolamento dragaggi: Assoporti cerca di guardare il bicchiere mezzo pieno
Giampieri e Patroni Griffi dicono che il lavoro del Mase è “sulla strada giusta” ma chiedono di “proseguire coraggiosamente la riforma”
“Siamo sulla strada giusta”. Inizia così il commento ufficiale del Presidente di Assoporti, Rodolfo Giampieri, unitamente al delegato per la semplificazione delle norme sui dragaggi, Ugo Patroni Griffi (presidente dell’Adsp del Mar Adriatico Meridionale), sul processo di semplificazione avviato dal Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica in materia (anche) di dragaggi portuali.
Dopo il commento critico espresso a caldo dallo stesso Patroni Griffi, l’associazione delle port authority italiane Assoporti ha diramato una nota per rientrare nei ranghi e correggere il tiro sullo schema di regolamento appena emanato dal Governo in materia redifinizione della normativa sulle rocce e terre da scavo.
“Da anni Assoporti sottolinea con decisione la necessità di dotare il Paese di una normativa sui dragaggi simile a quella vigente nella gran parte degli stati europei, in particolare quelli che hanno una sviluppata economia portuale, ispirata ai principi della blue economy, come elaborati da Gunther Pauli. Nelle priorità rappresentate da Assoporti al Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Matteo Salvini, appena insediato, al primo posto è stata richiesta la riforma della normativa sui dragaggi per lo sviluppo della portualità” sottolinea l’associazione. Che poi aggiunge: “La normativa attuale, obsoleta e in contrasto con i dettami della economia circolare e dell’end-of-waste, rallenta la realizzazione delle opere portuali, infrastrutture strategiche dello Stato, e ne centuplica i costi di realizzazione”. Ora, però, grazie a questo regolamento elaborato dal Ministero dell’Ambiente “finalmente si riconosce che il sedimento marino non è un rifiuto, ma una preziosa risorsa. Quindi un sottoprodotto di una attività economica, come è appunto il dragaggio. Questa risorsa può essere valorizzata nella realizzazione delle opere portuali, banchine e opere di difesa, ma anche utilizzata dall’economia retroportuale”.
Fin qui il bicchiere mezzo pieno.
Come spiegato ieri da SHIPPING ITALY, però, c’è un’altra metà del bicchiere perchè in realtà il regolamento in questione l’uso dei sedimenti per opere portuali ancora non lo prevede essendo una norma di secondo grado che non può prevaricare il Decreto ministeriale del 2016, tutt’oggi norma di riferimento, quindi, per verificare la possibilità di conferimento dei fanghi in banchine e vasche di colmata e disciplinare le modalità da seguire a tal fine.
Assoporti conclude infatti il suo messaggio affermando di seguire “con molto interesse l’evoluzione della normativa in materia, condividendo integralmente la finalità” e augurandosi “che la riforma, promossa dalla Viceministra del Mase, Vania Gava, prosegua coraggiosamente dotando il paese, dopo 30 anni, di norme moderne relative ai dragaggi”. Obiettivo che ad oggi non può dirsi evidentemente del tutto raggiunto. “L’associazione – concludono Giampieri e Patroni Griffi – è a disposizione, come sempre, per fornire il proprio contributo. Se la riforma della normativa sui dragaggi fosse completata, anche per quanto riguarda l’utilizzo dei sedimenti nella realizzazione delle opere portuali e del loro deposito temporaneo, moltissime opere finanziate dal Pnrr riceverebbero una significativa accelerazione, e costerebbero molto meno liberando risorse per altre importanti opere”.
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