Rinnovo Ccnl porti, obiettivo 18% per il sindacato
Stilata la piattaforma di Filt, Fit e Uiltrasporti in vista della trattativa per il nuovo contratto: sicurezza, welfare, formazione, età pensionabile fra le rivendicazioni delle sigle confederali dei lavoratori, oltre (ma per ultima) alla rivendicazione economica
È ancora in versione ancora ufficiosa, ma è ormai pronta per essere presentata alla controparte datoriale la piattaforma predisposta da Filt Cgil, Fit Cisl e Uiltrasporti con le “linee guida per il rinnovo del Ccnl porti 2024/2026”.
Il documento si apre con un’introduzione di carattere generale, nella quale si sottolinea la “fase economica molto complessa” in cui si trova il paese, in primis a causa dell’inflazione. Per il settore portuale, poi, l’incertezza è acuita dagli annunci ripetuti di riforme normative imminenti. Ragion per cui, sostengono le organizzazioni sindacali, “è necessario che lo strumento che regola il lavoro portuale (Ccnl) resti un caposaldo da tutelare e da ammodernare. Indispensabile garantire un aggiornamento economico e normativo che tenga conto delle evoluzioni del settore e che provi a proiettare il lavoro portuale nel prossimo futuro, un rinnovo che deve avvenire nei tempi prestabiliti”.
Obiettivo correlato è quello di “migliorare le condizioni di lavoro e di produrre effetti benefici sulla qualità del lavoro, della produttività e della sicurezza.
Tema quest’ultimo cui è dedicata particolare attenzione: “Il numero di incidenti, spesso mortali, impone una riflessione sulle modalità di svolgimento del lavoro, sulle tempistiche e soprattutto sull’alternanza tra tempi di lavoro e tempi di riposo, nonché interventi mirati all’adeguamento e aggiornamento normativo in ambito di salute e sicurezza. Una platea di lavoratrici e lavoratori riposati e non stressati è in condizioni di essere più produttiva e di rendere il sistema portuale nazionale più competitivo e più sicuro. È nostra convinzione che un orario di lavoro ridotto ed una riduzione dell’incidenza del lavoro straordinario, unito ad una retribuzione adeguata, permetterà di mettere in campo i presupposti per un lavoro migliore”.
Seguono i 14 punti di declinazione puntuale delle rivendicazioni, fra cui urge menzionare almeno il “Fondo di incentivazione al pensionamento anticipato” (“caposaldo” del precedente rinnovo cui dare “piena attuazione essendo fermo ancora a causa della mancata prosecuzione dell’iter ministeriale”); “formazione” (con la necessità di “creare un diretto legame, sancito a livello contrattuale, tra formazione, qualificazione professionale ed inquadramento”); “previdenza complementare” con la richiesta di “un aumento della percentuale destinata al fondo di previdenza integrativa a carico azienda al 2%”; “revisione normativa” con la definizione a livello nazionale delle “causali dei contratti a tempo determinato”.
Un po’ sorprendentemente, vista anche l’apertura in premessa, la richiesta economica: “Il Ccnl svolge la sua funzione di autorità salariale attraverso la tutela e l’incremento del reddito delle lavoratrici e dei lavoratori. Per il triennio di futura vigenza contrattuale dovrà essere superato il riferimento all’Ipca depurato dei beni energetici importati al fine di giungere ad un Tec – Trattamento economico complessivo (18%) che tenga conto anche della redditività del settore sviluppata in questi anni, e che recuperi pienamente il potere di acquisto dei lavoratori in questi anni di inflazione crescente. Inoltre sempre al fine di tutelare il potere d’acquisto delle lavoratrici e dei lavoratori è indispensabile l’inserimento di un meccanismo di tutela salariale in caso di mancato rinnovo nei tempi previsti”.
A.M.
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