Accessi in porto: il grido disperato di un provveditore di bordo contro la burocrazia
Contributo a metà fra l’ironico e il disperato da parte di un operatore livornese alle prese con continue complicazioni
Contributo a firma di Salvatore Favati *
* George Menaboni Srl
Il mondo parallelo alla realtà produttiva: come far passare la pericolosa voglia di lavorare
Da quasi cinquant’anni svolgo con discreto profitto un’attività che fu divertente oltre che redditizia, che mi ha permesso di campare, tirando su una squadra motivata e riconosciuta eccellente.
Lavoro in ogni porto d’Italia, in diversi porti del Mediterraneo, alcuni sull’oceano e non avevo mai desiderato di smetter di lavorare, malgrado l’età, fino ad alcuni anni or sono quando, con un’ossessiva capacità di impedimento degne di migliori cause, le parti burocratiche di chi lucra sul mio lavoro hanno iniziato a rendere faticosa edincerta ogni cosa, ogni operazione, ogni momento produttivo.
Svolgo il lavoro di provveditore di bordo e rifornisco navi secondo le loro necessità; da alcuni anni il microscopico insignificante tragitto tra l’ingresso del porto e la banchina dove ormeggiano le navi è finito sotto il controllo delle Port Authority e, a cascata, dei terminal merci, e poi anche delle stazioni passeggeri, prima o poi anche di altri; ognuno di questi soggetti. Ognun per se, emana disposizioni restrittive incoerenti tra loro (spesso in contrasto con l’intelligenza) che causano ore di lavoro perso ad ‘’attendere’’ a papelli di inutilità conclamata.
Per il permesso di accesso ai porti ministeriale (che diverse Autorità portuali non riconoscono per “concedere” l’accesso in porto!) devo produrre una documentazione più che completa; con questo documento in mano posso provare a entrare in ogni singolo porto d’Italia: di solito non basta.
Alcuni porti, porticcioli e terminal, invocando il fatto di essere “privati”, impongono procedure di accesso e gabelle, a volte tempi di attesa di 10-12 ore come per esempio il terminal containers di Voltri. Per inciso sono privati un paio di p…, sono concessioni dal pubblico al privato di pezzi di porti costruiti con le tasse dei miei bisnonni, nonni, padre e mie, e in esse il privato ha dei doveri ai quali si sottrae, primo fra tutti quello di non ostacolare il lavoro di terzi.
Per esempio per entrare a Genova a me servono 3 permessi indipendenti dal mio permesso nazionale, un pizzino locale insomma, un permesso per entrare in porto, uno per entrare ai bacini, uno a parte per l’auto… e ringrazio Dio che il loro sistema funziona!
Invece da alcuni giorni una Autorità portuale mi chiede il ‘’backgroud’’ di tutto il mio personale… prima o poi qualcuno capirà che la privacy vien violata costituendo un indebito database, quindi andrà fatta sottoscrivere ad ognuno “dei miei” una dichiarazione ad hoc da inserire nel loro sistema.
L’identica Autorità portuale non si accorge però del fatto che manca nel loro complicato sistema la casella “nazionalità” quindi per due miei dipendenti italiani, seppure nati all’estero, devo produrre un certificato di nazionalità (…manco sapevo che esistesse, credevo fosse uno scherzo!).
Quanto descritto sopra si ripete, più o meno, per ogni realtà portuale nella quale si creano o tutelano mediante complicazioni capziose poltrone in se inutili e alla luce dei fatti dannose allo svolgimento del lavoro imprenditoriale: quel lavoro che paga in tasse il mantenimento della cadrega loro, incuranti dei danni che causano. Per assoluta lealtà e onestà do contestualmente atto ad alcune persone impiegate in diverse Autorità portuali dell’impegno profuso ad arginare la stupidità della burocrazia con ingegno e allegra volontà di porre rimedio.
Omissis i commenti, mi limito a esprimere le perplessità come di sopra anche perché non ne ho più per molto di far questa vita, a breve dichiarerò forfait per vecchiaia e poi mi copro col mantello il capo eccetera.
Pensavo però che per lasciare la mia azienda in condizione di far fronte a questa serie infinita di fogli, foglietti, fogliettini, spiegazioni, impicci, follie e devastazione intellettuale ho deciso di mettere una inserzione su “trovalavoro”. CERCASI ADDETTO ALLE ROTTURE DI C… Si richiede esperienza, pazienza, capacità di vaticinio, intuito burocratese e molta, molta fantasia.
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