Relitto Berkan B: sentenza annullata e processo da rifare per Daniele Rossi
Accolto in Cassazione il ricorso della difesa e rinviato a Ravenna il procedimento a carico del presidente dell’Adsp romagnola
La sentenza è stata annullata e il processo innanzi il Tribunale di Ravenna sarà da rifare.
Lo ha deciso la Cassazione in merito al ricorso del presidente dell’Autorità di sistema portuale di Ravenna Daniele Rossi contro la condanna a un’ammenda da 8.000 euro inflittagli l’ottobre scorso in relazione all’affondamento del relitto della motonave Berkan-B, con fuoriuscita di idrocarburi, nei pressi della pialassa Piomboni.
In particolare il gup aveva derubricato il reato di inquinamento ambientale da doloso a colposo, ordinando poi Rossi al pagamento delle spese processuali e al risarcimento dei danni per le parti civili: Italia Nostra, Oipa Italia, Legambiente Emilia Romagna, Anpana, Nogez e Wwf Italia, nella misura di mille euro ciascuna.
La sentenza, pronunciata al termine del rito abbreviato, aveva riconosciuto all’imputato le attenuanti per “essersi adoperato per elidere le conseguenze dannose del reato”. Ora, in ragione del ricorso presentato dal suo avvocato Luca Sirotti, la vicenda, dal punto di vista dell’epilogo giudiziale, andrà riscritta davanti ad altro giudice. E il risultato finale, non potrà in ogni caso essere peggiore di quello già uscito visto che la pubblica accusa non aveva proposto ricorso.
“Grande soddisfazione” è stata infatti espressa dal difensore, secondo cui è stato accolto il primo dei sei motivi di ricorso presentati davanti alla Suprema Corte romana: ovvero quello che faceva riferimento a una violazione del diritto di difesa in quanto la riqualificazione del reato da doloso a colposo, era avvenuta senza il contraddittorio delle parti.
Al termine del medesimo rito abbreviato era invece stato pienamente assolto il co-imputato di Rossi, l’ex segretario generale della port authority romagnola, Paolo Ferrandino, “per non aver commesso il fatto” (la sentenza per lui è definitiva).
Per i due, la procura ravennate aveva chiesto una condanna a un anno e quattro mesi di reclusione e 50mila euro di multa a testa.
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