E. Grimaldi: “Ecco tre nomi che sostengo per la prossima presidenza di Confitarma”
L’armatore partenopeo commenta le tensioni interne al Consiglio, spiega il suo no a Maltese e raccoglie l’appello del viceministro Rixi confermando il suo assenso verso una riunificazione con Assarmatori
“Sì, non lo nego. Sono contrario alla candidatura di Beniamino Maltese alla presidenza di Confitarma. Non solo le spiego perchè ma le dico anche tre nomi che sarei pronto a sostenere perchè hanno tutte le carte in regola per essere il prossimo presidente della Confederazione”.
Inizia così la telefonata con cui Emanuele Grimaldi, presidente di Grimaldi Group e dell’International Chamber of Shipping, esce allo scoperto e affida a SHIPPING ITALY la sua replica pubblica a tutte le notizie, indiscrezioni e ricostruzioni emerse nelle ultime settimane sulla difficile situazione che sta vivendo la Confederazione Italiana Armatori per arrivare alla scelta del successore di Mario Mattioli.
“Vorrei iniziare col dire che ritengo Lorenzo Matacena un candidato serio, giovane, che è già stato al vertice di due commissioni di Confitarma e attualmente è vicepresidente della confederazione. Oltre a lui un altro valido candidato avrebbe potuto essere mio figlio Guido che ha già dimostrato di saper fare molto bene il presidente di Alis” sono le prime parole dell’armatore partenopeo.
Che poi, ricordando come il suo gruppo con 5 milioni di tonnellate di stazza pesi per il 50% sull’intero naviglio iscritto all’associazione, spiega anche le ragioni per cui ritiene non accettabile la candidatura di Maltese, sostenuto soprattutto da una corrente di associati riconosciuta nei ‘cisternieri’ e nei ‘genovesi’. “Non avrebbe nemmeno i requisiti per essere consigliere, non è un imprenditore e non è nemmeno manager di una grande società” ha proseguito riferendosi al ruolo di presidente assunto da pochi mesi in Genova Trasporti Marittimi (joint venture fra Finsea e San Giorgio del Porto). “Quella società ha una sola nave, un traghetto di 50 anni (per la precisione la nave Ichnusa di anni ne ha 38, ndr); per come la vedo io una nave come quella non dovrebbe nemmeno essere iscritta a Confitarma. Non ho nulla di personale contro Maltese che mi è anche simpaticissimo però tutti gli altri componenti del Consiglio avrebbero maggiormente titolo al ruolo di presidente rispetto a lui. E tengo a sottolineare – ha aggiunto – che a pensarla così non è solo il sottoscritto ma la maggioranza del Consiglio di Confitarma che infatti ha preferito non procedere alla sua elezione durante l’ultima riunione”.
Ricordando alcuni dei grandi nomi che si sono susseguiti in passato alla presidenza di Confitarma, Grimaldi ha poi esplicitato quelli che secondo lui sono requisiti indispensabili per guidare l’associazione: “Serve essere un imprenditore o almeno ricoprire un ruolo apicale in un’importante azienda, con una flotta moderna, dev’essere un esempio e rappresentare un’eccellenza del trasporto marittimo in materie importanti per il futuro come la safety, la security e l’ambiente”.
Al fine di non arroccarsi sulle proprie posizioni e cercando di offrire un gesto distensivo alla corrente dei ‘cisternieri’, nella speranza di arrivare a trovare un nome condiviso da eleggere come nuovo presidente di Confitarma quantomeno a larga maggioranza se non all’unanimità, il presidente dell’International Chamber of Shipping propone tre nomi: “Si tratta di persone mature, che hanno carisma, rivestono ruoli apicali e offrono ampie garanzie in termini di giustizia ed equità: il primo è Paolo d’Amico, già presidente di Confitarma e di Intertanko, il secondo è Mario Mattioli che abbiamo apprezzato in questi anni, il terzo è Nicola Coccia, esperto di finanza e Registro Internazionale. Credo possano essere tutti nomi graditi anche ai miei colleghi che operano nel mercato delle navi cisterna”.
In realtà, secondo quanto previsto dallo Statuto e secondo le indicazioni giunte da Confindustria, Mario Mattioli non potrebbe essere prorogato per un altro mandato ma Grimaldi ritiene che questo sia un problema in qualche maniera superabile.
“Credo con questa mia uscita pubblica di aver dimostrato quanto io sia aperto al compromesso e a trovare soluzioni condivise per il bene di Confitarma” ha voluto sottolineare rispondendo a chi lo accusa di dominare in maniera poco democratica l’associazione, e replicando ancora che “se fossi come qualcuno mi descrive non sarei diventato né il presidente degli armatori europei, né quello degli armatori mondiali riuscendo a far entrare nell’International Chamber of Shipping paesi come Cina, Brasile, Nuova Zelanda e Panama”.
Il vertice di Grimaldi Group, nonché ex presidente di Confitarma, ha infine risposto nei termini seguenti anche alla domanda se ci possa essere qualche minima speranza di riunificazione fra la confederazione confindustriale degli armatori e Assarmatori visto l’appello in tal senso lanciato ancora pochi giorni fa dal viceministro Rixi: “Io nei confronti di Aponte ho un rapporto di amicizia e di stima. Nessun problema personale. In passato ci ho provato due volte, ho scritto ad Aponte su questo tema e mi sono incontrato con Stefano Messina. Forse sono altri che remano contro questa possibilità, io sono a favore di questa riunificazione”.
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