Costanza Musso si racconta: “Porto l’azienda ai 200 anni e poi…”
L’amministratrice delegata del Gruppo Grendi in un’intervista pubblica ha ripercorso gli anni della gioventù, l’ingresso in azienda, la vita in famiglia fino ad arrivare al ruolo attuale, al sostegno delle donne e al suo futuro
Genova – “Porterò l’azienda a compiere 200 anni”. Costanza Musso, Cavaliere del lavoro, questa promessa l’aveva fatta e se l’era fatta da bambina e ora la sta realizzando. Quando il gruppo Grendi raggiungerà questo anniversario bicentenario (nel 2028) ha preannunciato che vorrebbe smettere di operare come amministratrice delegata per passare al ruolo di solo azionista e lasciare spazio alle generazioni successive della famiglia.
Questi alcuni dei passaggi dell’intervista pubblica dedicata a Costanza Musso curata dal giornalista Fabio Pozzo nell’ambito degli Incontri in Blu organizzati dal Galata Museo del Mare di Genova. Un racconto di vita, privata e professionale, fatto di ricordi, ambizioni, di una vita famigliare spesso campestre e certamente molto particolare, di un ambiente di lavoro in azienda indubbiamente speciale.
Una vita, soprattutto in età giovanile, scandita da vacanze in tenda e avventure in giro per il mondo: “In fondo ci si doveva arrivare sempre, un imperativo categorico” ha detto.
Una passione, la bicicletta, per la quale culla il sogno di fare “il giro d’Europa a pedali”. Da ragazza era molto appassionata di archeologia ma poi ha optato per studi universitari in Economia e commercio: “E’ rimasta una passione, ma nella vita bisogna essere anche realisti”.
Un leit motiv quello del padre Bruno Musso, “Sei quasi un vero ometto”, che l’ha spinta a diventare sportiva, a scolpire un carattere forte e a favorire una predisposizione per la conduzione (aziendale e non solo).
Entrata in azienda a fine anni ’90 a Milano, Costanza Musso ha raccontato di essere subito riuscita mettere a segno un affare importante: “Il primo grosso contratto conquistato fu la distribuzione delle Pagine Utili di Berlusconi in Sardegna, un lavoro del valore di 2 miliardi di lira di allora”.
Nel ’92 i fratelli Musso (il padre Bruno e lo zio) decisero di separarsi e spartirsi il business: a Grendi il business nazionale con sede a Genova e a quella che oggi è Tarros l’attività internazionale a Spezia.
Un altro interessante aneddoto raccontato è stato l’appuntamento a Milano con l’armatore Matacena per un noleggio di un traghetto da interrompere e una fideiussione da ottenere: “Andai via con la fideiussione firmata e per distrazione lasciai degli assegni invece non non firmati. Mi telefonò mezzora più tardi la segretaria di Matacena per avvisarmi e tornai subito indietro a firmarli”.
Convinta sostenitrice delle donne, anche per questo presidente di Wista Italy, ha affermato: “Il fatto che in Italia il 50% delle donne non lavori è un calcio al Pil. Uomini e donne sono complementari”. Si dice favorevole alle quote rosa ma solo perchè serve ad “accelerare il gap fra uomini e donne nei posti di lavoro. Lo considero uno strumento necessario per accelerare il gap”.
Fu suo fratello Eugenio (nel frattempo deciso a dedicarsi a un filone di business diverso nella ristorazione) a volerla nominare nel 2015 amministratrice delegata in parallelo all’altro fratello Antonio.
“Quando salgo su una bicicletta sono felice. Il mio sogno nel cassetto sarebbe quello di fare il giro d’Europa in bicicletta” ha raccontato durante l’intervista, spiegando anche che “un modello diverso di fare impresa esiste, bisogna metterci anche il ruolo umano”.