“Capacità dei cantieri insufficiente per il retrofit della flotta mercantile esistente”
Secondo Lloyd’s Register sarà frenato un mercato potenziale di 9.000 – 12.900 navi esistenti che dovranno adeguarsi ai nuovi combustibili
L’Engine Retrofit Report elaborato dal Lloyd’s Register (LR) sullo stato della tecnologia, dell’integrazione e della conformità, oltre che su aspetti commerciali per il retrofit delle navi, ha rilevato che i problemi di capacità dei cantieri di riparazione potrebbero ostacolare l’adozione di tecnologie a combustibile alternativo sulle navi esistenti.
Per far fronte alle scadenze europee che prevedono l’impegno dei vari settori per contribuire al raggiungimento della neutralità climatica entro il 2050 il report rivela che in quello navale c’è un mercato potenziale di circa 9.000 – 12.900 grandi navi mercantili che potrebbero prendere in considerazione l’adeguamento dei motori per decarbonizzarsi nei tempi dovuti.
A influenzare la dimensione di questo mercato e la tempistica degli aggiornamenti tecnologici è la data in cui il settore navale inizierà a costruire solo navi a emissioni zero, nonché la decisione da parte degli armatori od operatori di quanti anni di vita dovrà avere la nave o il motore per procedere all’adeguamento. Il rischio comunque – avverte il report – è che queste ambizioni non possano essere perseguite a causa del numero limitato di cantieri di riparazione attualmente in grado di effettuare tali conversioni e dal prezzo attuale dei combustibili alternativi.
Lo studio, che analizza lo stato della domanda, della capacità dei cantieri e dell’adozione di retrofit di motori, sottolinea anche le nuove competenze in architettura navale, ingegneria elettrica e gestione dei combustibili che saranno necessarie se l’industria vuole utilizzare il retrofit come strumento efficace per accelerare la decarbonizzazione.
In questo senso, una delle sfide principali identificate dal rapporto è l’integrazione dei sistemi, dove esistono problemi significativi come la sistemazione di serbatoi di carburante più grandi, lo spazio per le attrezzature di preparazione del carburante e la garanzia di misure di sicurezza: tutti ostacoli che impediscono un rapido adeguamento della flotta attualmente in servizio.
I dati di modellazione tecnico-economica rivelati nello studio mostrano che l’uso di metanolo o ammoniaca aumenterebbe significativamente i costi del carburante, in alcuni casi più che raddoppiandolo per le navi di tutti i segmenti; mentre uno scenario in cui i carburanti alternativi diminuiscono di prezzo e il prezzo del carbonio aumenta, potrebbe portare a favorire l’uso dei carburanti alternativi.
Importante inoltre – secondo il rapporto – anche l’impatto dell’adeguamento tecnico sui membri dell’equipaggio, fattore che viene spesso trascurato. La valutazione dell’ergonomia, dei ruoli e delle responsabilità, delle competenze e dell’addestramento, delle procedure e della salute sul lavoro giocheranno invece un ruolo cruciale nel garantire che il retrofitting sia sicuro ed efficace.
Nel rapporto sono inclusi anche i dati degli aggiornamenti sulle ultime tecnologie dei produttori di apparecchiature tra cui Wärtsilä, Man Energy Solutions e WinGd.
“La decarbonizzazione della flotta esistente è fondamentale per ridurre le emissioni di gas serra dell’industria marittima. Senza progressi significativi in questo settore, entro il 2050 potrebbero esserci ben 20.000 navi commerciali che dipendono dai combustibili fossili. Dobbiamo quindi concentrare gli sforzi dell’industria per affrontare le questioni sollevate dal rapporto di LR sul retrofit dei motori, come la capacità del cantiere, la capacità di conversione e l’integrazione dei sistemi, aiutando le parti interessate della catena del valore marittimo a superare gli ostacoli all’installazione della tecnologia dei combustibili del futuro sulla flotta mondiale esistente” ha dichiarato Claudene Sharpe-Patel, direttore tecnologico del Lloyd’s Register.
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