Il ministro Pichetto in Europa sull’Ets: “Insufficienti i meccanismi correttivi per i porti italiani”
“Senza modifiche, si va verso una sicura perdita di competitività di molti porti di scalo europei e in particolare italiani”
L’Italia intende “aprire una discussione seria e approfondita che possa portare a iniziative concrete per mitigare alcuni effetti negativi derivanti dall’inclusione nel sistema ETS del settore marittimo”. Lo ha detto a Lussemburgo il ministro italiano Gilberto Pichetto nel corso della sessione dei lavori del Consiglio Ambiente.
Già nelle scorse settimane il Ministro italiano dell’Ambiente e delle Sicurezza Energetica aveva comunicato l’intenzione di far inserire tra i punti all’ordine del giorno del Consiglio una informativa al fine di difendere gli scali portuali italiani dal rischio di perdere competitività per le storture concorrenziali attese con l’entrata in vigore dell’Emission Trading System dal 1 gennaio prossimo.
“Come riconosciuto dalla stessa Commissione, le soluzioni adottate fino a oggi non valgono ad affrontare con efficacia il problema di reindirizzamento dei traffici marittimi di merci con trasbordo su rotte esterne all’Unione Europea che comporta, oltre che risultati indesiderati dal punto di vista ambientale, gravi conseguenze negative per la stessa competitività europea” ha detto Pichetto.
Una nota del dicastero spiega come il Ministro abbia ribadito che, “senza modifiche, si va verso una sicura perdita di competitività di molti porti di scalo europei e in particolare italiani”.
Pichetto in conclusione ha aggiunto che il nostro Paese ritiene quindi che il meccanismo correttivo a oggi individuato “non sia assolutamente sufficiente”. Il Governo italiano chiede quindi alla Commissione Europea di fornire una lista di possibili misure correttive “e si rende disponibile a una discussione immediata per evitare le indesiderate conseguenze economiche, sociali e ambientali che deriverebbero dall’applicazione delle regole attuali”.
Sul tema è intervenuto anche il vice ministro al Ministero dei Trasporti, Edoardo Rixi, dicendo: “Le modifiche alla Direttiva Ets devono essere prioritarie per tutelare la competitività dei porti Ue nel Mediterraneo. Bene ha fatto il ministro Pichetto Fratin al Consiglio Ambiente a sollevare la questione come già aveva fatto il ministro Matteo Salvini a Barcellona. E come torneremo a fare al prossimo Consiglio Trasporti previsto a dicembre. L’attuale quadro normativo rischia di tagliare fuori l’Europa mediterranea dalle principali catene del valore, tra cui il Corridoio economico Imec India-Medio Oriente-Europa di cui stiamo discutendo a Mumbai in occasione del Global Maritime Summit 23”.
A Gioia Tauro è intanto andato in scena l’annunciato ‘flash mob’ di fronte il gate dello scalo portuale dove centinaia di manifestanti hanno voluto condividere lo slogan “Il porto di Gioia Tauro non si ferma”.
“Dopo aver doverosamente sensibilizzato governo nazionale e Commissione Europea, anche suggerendo soluzioni condivise con altri porti europei coinvolti – spiega il presidente dell’Autorità di Sistema portuale dei Mari Tirreno meridionale e Ionio Andrea Agostinelli – abbiamo inteso promuovere una manifestazione spontanea davanti al nostro gate portuale che ha visto un’altissima e autorevole partecipazione, con il coinvolgimento dei livelli apicali della politica calabrese, delle istituzioni locali, parlamentari, delle forze produttive e di tutte le organizzazioni sindacali, durante la quale l’intera Regione si è stretta intorno al proprio porto ed ai suoi lavoratori, confidando che una azione politica trasversale ed unita possa riflettersi, a livello di Unione europea, in un sollecito ‘riesame’ della Direttiva Ets”.Tra i presenti, il presidente della Regione Calabria Roberto Occhiuto, numerosi esponenti delle istituzioni regionali, parlamentari ed europarlamentari calabresi, oltre 50 sindaci, tutte le sigle sindacali, le imprese portuali, tra le quali l’azienda Tonno Callipo, con 52 dipendenti accompagnate dal presidente Pippo Callipo. Tra le associazioni di categoria, ha partecipato Aldo Ferrara, presidente di Unindustria Calabria, e quindi l’intera comunità portuale. La port authority nella sua nota ha ricordato che il Medcenter Continer Terminal di Gioia Tauro “offre lavoro a circa 4 mila addetti tra diretto e indotto, produce quasi il 50% del Pil privato calabrese e rappresenta la più grande piattaforma logistica dell’Italia e dell’Europa meridionale, uno dei più grandi hub portuali del Mediterraneo”.
“La Direttiva 2023/959 ‘Emission Trading Scheme’, cui deve essere riconosciuto il merito di perseguire interessi nobili quali la tutela dell’ambiente, tuttavia preoccupa, e non poco, l’assetto della logistica europea con il rischio di un effetto distorsivo nel settore strategico dei trasporti marittimi” ha aggiunto Agostinelli, affermando che, “le stesse istituzioni europee sono consapevoli del rischio di delocalizzazione degli hub di transhipment europei, tanto da aver previsto una norma specifica antievasione che, sebbene comprovi la fondatezza del rischio, non risolve assolutamente il problema, poiché mantiene un favor ai porti nord-africani in tema di rimborso delle emissioni prodotte”.
A fine manifestazione, l’intero cluster marittimo, attraverso anche le parole del presidente della Regione Calabria, Roberto Occhiuto, ha voluto inviare un chiaro messaggio alle istituzioni europee, “affinché si riesca a ‘riesaminare’ la Direttiva Ets in modo da non penalizzare il porto di Gioia Tauro, oggi in piena espansione economica e, di riflesso, non affossare la Calabria ed il Mezzogiorno e così indebolire il Paese intero”.