Ok (con osservazioni) alla riorganizzazione del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti
Approvata dal Governo dopo il via libera del Consiglio di Stato: 24 dirigenti e un Dipartimento in più per far fronte a Pnrr, nuovo Codice Appalti, Ponte e transizione
Nel Consiglio dei Ministri svoltosi ieri è stato approvato in via definitiva il regolamento di organizzazione del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, che pochi giorni fa aveva ottenuto parere positivo, anche se con alcune osservazioni, presso il Consiglio di Stato.
Il decreto non è ancora stato pubblicato, ma si legge nella disamina di Palazzo Spada di come il Governo abbia riferito “che la nuova organizzazione del Ministero deriva dalle seguenti esigenze: raggiungimento degli obiettivi infrastrutturali e di trasporto individuati anche dal Pnrr; attuazione del nuovo codice dei contratti pubblici di cui al decreto legislativo n. 36/2023; realizzazione del Ponte sullo Stretto; attuazione delle politiche comunitarie in materia di edilizia abitativa e circolazione di veicoli green”. Ragion per cui “il Ministero ha deciso di intervenire soltanto sulle strutture centrali dell’Amministrazione, istituendo un nuovo Dipartimento; rimangono inalterate quelle periferiche”.
Per i suddetti fini è stato previsto “l’incremento della pianta organica del Ministero di due unità di dirigente di livello dirigenziale generale nonché di ventidue dirigenti di livello dirigenziale non generale”. E si specifica che “le funzioni riguardanti le investigazioni ferroviarie e marittime sono affidate alla responsabilità di un dirigente di livello non generale. L’Ufficio investigativo continua ad operare alle dirette dipendenze del Ministro al fine di garantirne la piena autonomia funzionale e organizzativa e non rientra tra gli uffici di diretta collaborazione”.
Si apprende inoltre che i tre Dipartimenti che attualmente costituiscono il Ministero saranno ridenominati (infrastrutture e reti di trasporto; opere pubbliche e politiche abitative; trasporti e navigazione) e se ne aggiungerà un quarto (gli affari generali e la digitalizzazione), con una nuova suddivisione delle 16 direzioni fra i quattro dipartimenti (non menzionate da Cds le novità annunciate a mezzo stampa dai vertici ministeriali).
Il parere del Consiglio di Stato è stato rilasciato in forma positiva, malgrado due osservazioni. La prima, cui i magistrati hanno dedicato ampio spazio, riguardava il fatto che “la richiesta di parere non è accompagnata dalla trasmissione degli ‘atti di concerto’ resi, come prescritto dalla norma primaria, dal Ministro per la pubblica amministrazione e dal Ministro dell’economia e delle finanze, di cui pure si dà generico atto nel preambolo”. In secondo luogo “la relazione predisposta per chiarire ed illustrare, nei tratti essenziali e qualificanti, i termini, le modalità e le ragioni della prefigurata ‘organizzazione’ e ‘disciplina’ degli uffici (cfr. articolo 17, comma 4-bis legge 23 agosto 1988, n. 400) risulta formulata, nel suo complesso, con tratto esplicativo scarno e sintetico, ed in termini piuttosto apodittici che realmente ‘illustrativi’, in quanto meramente ripetitivi, o sostanzialmente riproduttivi, del testo dello schema normativo elaborato”.
A.M.
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