Mandorle contaminate bloccate a Vado Ligure
Documentazione insufficiente e valori sopra i limiti ammessi dalla legge, il Tar promuove l’operato del Punto di controllo transfrontaliero dello scalo ligure
Venti tonnellate di mandorle, giunte al porto di Vado Ligure dagli Stati Uniti con 8 spedizioni fra la fine di luglio e la fine di agosto sono state bloccate nello scalo savonese, con ragione secondo il Tar ligure, che ha respinto gli otto ricorsi dell’importatore, la pugliese Alfrus (rivoltasi per la spedizione a Goa Logistics), contro i provvedimenti di non ammissione all’importazione emessi dal direttore del Punto di controllo frontaliero vadese.
Come spiegato dai giudici, la normativa europea “ammette l’ammissione sul mercato per il consumatore finale o per l’impiego come ingredienti di alimenti da sottoporre preventivamente a cernita o ad altro trattamento fisico, ma a patto che il tenore del contaminante sia inferiore a quello massimo stabilito nell’apposito allegato, e che gli alimenti siano conformemente etichettati e contrassegnati, nell’originale del documento di accompagnamento, come Prodotto da sottoporre a cernita o ad altro trattamento fisico per ridurre la contaminazione da [nome del contaminante/dei contaminanti] prima dell’immissione sul mercato per il consumatore finale o per l’impiego come ingrediente alimentare“.
In questo caso, però, “nel certificato sanitario americano e nel Dsce (documento sanitario comune d’entrata) era dichiarata la destinazione immediata al ‘consumo umano’, senza la scelta della specifica opzione ‘further process’ (campo I.25), pure disponibile per la spunta”.
Ad ogni modo, si evince dalla sentenza, i “successivi controlli fisici comunque hanno rilevato una contaminazione superiore ai limiti ammissibili”.
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