Guerre e shipping: “Flotta italiana penalizzata”
Valeria Novella solleva il tema della distorsione concorrenziale rispetto ad altri armatori stranieri che possono continuare a operare anche in aree di conflitto
Genova – “I conflitti militari a cui assistiamo rischiano di marginalizzare di nuovo il Mediterraneo. Da quando è scoppiato il conflitto in Ucraina il livello di sicurezza per le navi è stato alzato a Marsec 3, ovvero nessuna nave italiana può navigare in Mar Nero e nel Mar d’Azov. Noi avevamo navi che periodicamente lavoravano in Mar Nero, siamo stati fermi per giorni lì con due navi quando è scoppiata la guerra in Ucraina, poi le due navi sono state mandate a lavorare in altre regioni di mercato. La nostra bandiera ci rende meno competitivi rispetto ad altri colleghi le cui navi possono lavorare tranquillamente in Mar Nero e Mar d’Azov”.
A sollevare il tema della sicurezza nazionale e della competitività del trasporto marittimo (in questo caso con navi cisterna) è Valeria Novella, vertice dell’omonimo gruppo armatoriale che controlla la società Calisa e rappresentante di Confitarma, intervenuta al “Mediterranean Market Meeting” organizzato dallo studio legale Camera Vernetti.
Proprio nei giorni scorsi il Centro Nazionale di Coordinamento del Soccorso Marittimo del Comando Generale del Corpo delle Capitanerie di Porto ha inviato alle associazioni degli armatori e dei porti italiani una comunicazione riferita al Livello Marsec degli impianti portuali nazionali alla luce della delicata situazione geopolitica in atto in Medio Oriente. Pur mantenendo al momento il vigente Livello Marsec 1, l’autorità marittima invita a prestare la massima attenzione con particolare riferimento ad alcune attività riguardanti la sicurezza degli impianti portuali.
A proposito invece di nuovi carburanti e progetti di sviluppo Novella ha ricordato come il suo gruppo debba e voglia seguire il trend di mercato: “Negli ultimi anni abbiamo dovuto fare dei lavori sulle bettoline per poter garantire la segregazione del very low sulphur fuel 0,1% mentre da dieci anni aspettiamo la luce verde per andare a costruire un deposito costiero Gnl in Liguria e integrarlo con le nostre bettoline”. Il riferimento è al progetto di GnlMed a Vado Ligure rimasto tuttora in attesa delle necessarie autorizzazioni: “Anche quando c’è la volontà del privato di fare un passo non da poco verso l’innovazione purtroppo ancora ci si scontra con difficoltà oggettive di dialogo con la pubblica amministrazione per l’ottenimento di permessi che frenano la volontà imprenditoriale anche quando è determinata e forte”. Rivolta all’assessore del Comune di Genova, Francesco Maresca, Valeria Novella ha aggiunto: “Magari vi ringrazieremo perché tra un po’ forse il Gnl non sarà la soluzione su cui puntare ma il metanolo o l’ammoniaca”. Nel frattempo, però, “stiamo subendo – ha rilevato – la concorrenza molto forte nel Gnl di Barcellona che rifornisce la maggior parte delle navi da crociera nel Mediterraneo”.
Stefano Bertilone, Marine advisory services and Italy marine business development senior director del Rina, a proposito dei carburanti del futuro ha spiegato che “i biofuel hanno dei costi notevoli per cui un armatore dovrà fare ‘il farmacista’ per trovare il mix giusto, capire bene quanto deve prenderne, se conviene pagare certificati bianchi, ecc. Il Gnl è una soluzione assolutamente non rischiosa e disponibile” ma, ha proseguito, “come Rina stiamo cercando di pensare un po’ oltre. La soluzione ideale pensiamo sia produrre l’idrogeno direttamente a bordo e poi intervenire con il carbon capture; su questo stiamo già facendo approvazioni di principio”.
L’assessore al porto Maresca in apertura dei lavori ha detto che come Comune di Genova vorrebbero “portare il mare all’interno della città” riferendosi a un maggior numero di eventi legati alla blue economy. “Vorremmo essere – ha specificato – di supporto agli operatori e agli stakeholders che organizzano incontro. Un grande evento sugli oceani e sul Mar Mediterraneo dovrebbe essere una delle prossime sfide da affrontare, a cui dedicare un appuntamento molto grande”.
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