San Cataldo Container Terminal non rispetta gli impegni sulle assunzioni
Il concessionario del Molo Polisettoriale (21 milioni di euro di perdite e 110 posti di lavoro in tre anni) attribuisce la crisi alla pandemia, la port authority prende tempo e i sindacati chiedono l’ottavo anno di finanziamento della Tpwa
Dopo la bocciatura da parte della Corte dei Conti dell’Agenzia del lavoro che l’Autorità di sistema portuale di Taranto vorrebbe creare per ricollocare almeno un’ottantina dei 339 lavoratori rimasti senza lavoro dopo l’addio del precedente concessionario del terminal container (Taranto Container Terminal) dovuto alle inadempienze dell’ente, per i portuali ionici è arrivata un’altra doccia fredda.
Secondo quanto riferito da fonti di stampa locale, ad esito di un incontro fra le rappresentanze locali di Filt Cgil, Fit Cisl e Uiltrasporti, il terminalista San Cataldo Container Terminal (gruppo Yilport), subentrato da alcuni anni nella gestione del Molo Polisettoriale, e l’Adsp, il concessionario terminalista avrebbe comunicato l’impossibilità di adempiere anche all’impegno, previsto per queste settimane, di assumere 20 persone perché “non ci sarebbero le condizioni né la sostenibilità”.
La locale port authority da tempo ha avviato un percorso di verifica del piano d’impresa ma senza fino ad oggi arrivare a nessuna decisione concreta di ritiro o rinegoziazione dei termini della concessione.
Dopo la perdita di 4 milioni del primo esercizio completo (2020), sono stati registrati risultati in rosso di 7,5 e 9,5 milioni di euro su 3,3 e 3,5 rispettivamente di fatturato nel 2021 e 2022, con riduzione del capitale sotto il minimo legale e ricostituzione rinviata nel quinquennio e gli addetti bloccati a fine 2022 a quota 110 Ula (unità lavorative annue). Dal San Cataldo Container Terminal la pandemia è descritta a bilancio come la causa delle pessime performances registrate finora (mentre per molti altri terminalisti in Italia e all’estero è stato lo stesso Covid-19 a rappresentare una fortuna in termini economici).
Malgrado a ciò si aggiunga pure il fatto che l’imminente entrata in vigore della normativa Ets metta a rischio persino il transhipment rimasto nei porti sulla sponda sud dell’Unione Europea, l’unica risposta emersa da yilport sarebbe quella di chiedere allo Stato il prolungamento dei finanziamenti (in scadenza a fine anno) alla Taranto Port Workers Agency, la società creata a valle della crisi di Tct e finanziata dallo Stato in modo da erogare ai lavoratori iscritti l’indennità di mancato avviamento sul modello delle società di fornitura di manodopera temporanea: “Confidiamo molto nei nostri parlamentari per ottenere la proroga dell’agenzia, che, darebbe serenità a 339 famiglie” ha dichiarato il segretario generale della Fit Cisl Oronzio Fiorino.
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