Tango Flng, che ha una capacità di liquefazione di circa 1 miliardo di metri cubi di gas per anno (Bcma), ed Excalibur Fsu, una volta arrivati nelle acque congolesi saranno ormeggiata a 3 chilometri al largo delle coste.
Eni spiega che “il progetto Congo Lng valorizzerà le risorse di gas del permesso Marine XII, anche facendo leva sugli asset esistenti, attraverso uno sviluppo in fasi e con l’obiettivo di zero gas flaring di routine. Congo Lng è progettato per raggiungere circa 4,5 Bcma di capacità di liquefazione gas a plateau. Una seconda Flng, con una capacità di circa 3,5 Bcma, è attualmente in costruzione e inizierà la produzione nel 2025”.
Il progetto contribuirà a soddisfare il fabbisogno di energia della Repubblica del Congo, sfruttando il surplus di gas per la produzione di Gnl. Ciò consentirà al Paese di entrare nel gruppo degli esportatori globali di Gas Naturale Liquefatto in tempi di record. In base agli accordi recentemente firmati, tutto il Gnl prodotto sarà commercializzato da Eni.
Eni opera in Congo da oltre 50 anni ed è l’unica società attiva nello sviluppo delle risorse di gas del Paese. Il cane a sei zampe attualmente fornisce gas alla Congo Electric Power Station (Cec), che garantisce il 70% della capacità di produzione di energia elettrica del Paese. “Eni – conclude la nota del gruppo – è fortemente impegnata nel promuovere la transizione energetica nel Paese: tra le altre iniziative, il Centro di Eccellenza Oyo per le Energie Rinnovabili e l’Efficienza Energetica è stato recentemente consegnato al Ministero dell’Istruzione Superiore, della Ricerca Scientifica e dell’Innovazione Tecnologica della Repubblica del Congo, che lo gestirà insieme all’UNIDO (Organizzazione delle Nazioni Unite per lo Sviluppo Industriale). Inoltre, l’azienda sta sviluppando la produzione di materie prime agricole che non competono con la filiera alimentare, per alimentare le sue bioraffinerie”.
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