Manisa Bulk ha ordinato in Cina 4 (+4 in opzione) mini bulker da 8.500 Tpl
Il prezzo di ogni nave è di circa 15 mlioni di dollari e le prime consegne sono programmate nel biennio 2025 – 2026
La shipping company partenopea Manisa Bulk, guidata e controllata al 66% dall’armatore Antonio Scotto di Santolo, ha divulgato alla stampa una nota in cui annuncia la firma di nuove commesse per 6+2 navi mini-bulker da 8.500 tonnellate di portata lorda affidate al cantiere China State Shipbuilding Corporation (CSSC) Guangxi con consegne programmate negli anni 2025 e 2026. Diversamente però da quanto emerso finora, secondo quanto appreso da SHIPPING ITALY le dimensioni dell’investimento sono ad oggi più contenute perchè la firma ha riguardato quattro ordini fermi, più due opzioni per altre due unità gemelle, più una lettera d’intenti siglata per possibili ulteriori due nuove costruzioni.
Sempre secondo quanto appreso dal nostro giornale il prezzo di ogni nave dovrebbe aggirarsi intorno ai 15 milioni di dollari, dunque l’investimento iniziale sarebbe nell’ordine di circa 60 milioni di dollari.
Secondo quanto anticipato da Ship2Shore tecnicamente queste nuove costruzioni saranno mini bulker open-hatch, senza gru, con notazione ice-classe 1B e apparato propulsivo adatto al consumo di bunker tradizionale ma predisposto in futuro a utilizzare biofuel e metanolo, oltre alla possibilità di installare sempre un domani sistemi di batterie per “spegnere” i motori durante la sosta in porto.
Una nota della compagnia sottolinea che particolarmente innovativa sarà la forma dello scafo che consentirà di ottenere risparmi nelle emissioni di CO2 e nei consumi del 40% rispetto agli standard attuali.
Manisa Bulk nei primi mesi di quest’anno aveva già acquistato sul mercato second hand la nave Vingaren (rinominata poi Manisa Amelia) subito dopo la consegna al suo committente originario (la società svedese Berndtssons Rederi) da parte del cantiere cinese Dayang Offshore Equipment.
Con questo investimento la società controllata da Antonio Scotto di Santolo (gli altri azionisti di minoranza sono Fabrizio Forlani, Manisa Chartering Srl, Amelia Scotto di Santolo e Salverina Scotto di Santolo) inaugura una nuova fase di rinnovamento del proprio naviglio che, stando a quanto riportato dal database VesselsValue, conta 8 navi di proprietà di età compresa fra 5 e 14 anni e portata lorda da 8.000 a 12.500 tonnellate (tutte battenti bandiera portoghese) a cui si aggiungono altre unità prese in charter.
L’esperienza armatoriale della famiglia Scotto di Santolo risale a quasi mezzo secolo fa e trova le sue origini nel business del trasporto via mare di cemento nel Golfo di Napoli e lungo le rotte di cabotaggio nazionale. Nel corso degli anni l’attività si è sviluppata anche nelle spedizioni di fertilizzanti, prodotti siderurgici e agricoli, cippato e project cargo nel Mediterarneo ma anche nel Mar Baltico. L’azienda, che opera in strettisima sinergia con la società di brokeraggio navale Velian Shipbrokers che ha sedi a Napoli e ad Amburgo, ad oggi si concentra sul business delle mini bulker da circa 10.000 tonnellate di portata ma in un futuro non troppo lontano traguarda il salto dimensionale verso le bulk carrier classe ultramax e supramax.
Il bilancio 2022 di Manisa Bulk al momento non risulta ancora depositato e disponibile mentre nel 2021 la società aveva fatto registrare un volume d’affari di 39,5 milioni di euro (con un utile di 7,8 milioni), in ripresa rispetto ai 37,4 milioni del 2020 ma ancora inferiore rispetto ai 46,3 milioni raggiunti nel 2020.
N.C.
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