Terremoto Anac alla port authority di Gioia Tauro
Nel mirino la revoca del Responsabile per la trasparenza a valle della segnalazione di irregolarità nella composizione delle commissioni di concorso. Il segretario generale Preziosi si dimette ma “per altre ragioni”
È montato nel giro di poche ore un temporale che ha travolto i piani alti dell’Autorità di sistema portuale di Gioia Tauro.
Dopo la pubblicazione, ieri, di una delibera dell’Autorità nazionale anticorruzione che lo riguardava oggi, infatti, il segretario generale dell’ente Pietro Preziosi ha rassegnato le dimissioni, anche se l’ente in una nota ha sostenuto che fra le due vicende non vi sarebbe alcun legame causale, dato che Preziosi si sarebbe dimesso “a causa di un ritardo nella convocazione dell’Organismo di Partenariato della Risorsa Mare, come sottolineato nelle lettere di contestazione inviate via pec da Uniport, a firma del dott. Paolo Ferrandino, e di Unindustria Reggio Calabria, a firma dell’ing. Domenico Vecchio”.
La delibera di Anac dava 30 giorni all’Adsp per riesaminare la misura con cui Preziosi a fine settembre aveva revocato l’incarico del Responsabile per la corruzione e la trasparenza, l’avvocato Simona Scarcella, ravvisando una correlazione indebita fra la rimozione e “l’attività svolta in materia di prevenzione della corruzione” da Scarcella.
Quest’ultima, ha ricostruito Anac, ha riscontrato, come da funzioni ad essa assegnate, “irregolarità in materia di composizione delle commissioni giudicatrici nelle procedure concorsuali”, consistenti nella “pendenza di una serie di procedimenti penali e disciplinari non dichiarati”. Al che ha trasmesso “ai dirigenti competenti e per conoscenza all’Oiv gli esiti dell’accertamento, chiedendo copia delle dichiarazioni individuali rese dai dipendenti interessati per le verifiche di competenza e chiedendo altresì di comunicare le determinazioni che sarebbero state adottate in merito”.
Una condotta “in linea con la misura di prevenzione prevista” ha rilevato Anac. Invece Preziosi “avviava un contestuale procedimento disciplinare a carico del Responsabile (…), con la seguente generica motivazione: ‘Sarebbe stato opportuno semplicemente approfondire con una prioritaria richiesta – per un successivo esame – di copia delle dichiarazioni rese dai citati soggetti anziché adombrare ipotesi di dichiarazioni non corrispondenti al vero rese dagli stessi, con evidente discredito nei confronti dei citati dipendenti dell’Ente nonché dell’Ente stesso”.
Di lì a poco la revoca dell’incarico a Scarcella, sempre a firma di Preziosi: “Si osserva che entrambi gli atti recano la sottoscrizione del Segretario Generale, circostanza dalla quale sembra potersi desumere la coincidenza nella fattispecie del ruolo di controllore e controllato” evidenzia Anac, dal che “appare integrato un fumus di correlazione fra le misure adottate nei confronti del Rptc e l’attività svolta in materia di prevenzione della corruzione”.
Nella nota appena diffusa l’Adsp riferisce che “nei prossimi 30 giorni deciderà se confermare il provvedimento di revoca del suddetto Dipendente dall’incarico di Responsabile della Prevenzione della Corruzione e della Trasparenza e quindi di nomina del nuovo RPCT o adeguarsi alle prescrizioni indicate dall’Anac”.
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