Stop alle microplastiche: l’Unione Europea dice no ai glitter
In cosa consistono le nuove restrizioni e che impatto avranno sulle aziende? Risponde l’avvocato Massimo Monosi (Studio Armella & Associati)
— COMUNICAZIONE AZIENDALE —
L’Unione europea ha vietato l’immissione sul mercato dei glitter. In cosa consistono le nuove restrizioni e che impatto avranno sulle aziende?
Il bando imposto dall’Unione europea rientra tra le misure previste dal Reg. UE 2055/2023, che apporta alcune importanti novità all’allegato XVII del Regolamento Reach (Reg. CE 1907/2006), introducendo il divieto di importare nell’Unione europea microplastiche dannose per l’ambiente e la salute umana. Per i glitter il periodo di adattamento ai nuovi divieti è stato estremamente ristretto: dal 17 ottobre 2023 il legislatore unionale ha vietato con effetto immediato l’importazione e la vendita di glitter di plastica sfusi (c.d. loose glitter), destinati a settori che non sono interessati da periodi transitori. È già in vigore anche il divieto di immettere sul mercato alcuni prodotti che contengono glitter, come giocattoli e tessuti, per i quali non è previsto nessun periodo di adeguamento. Per altre tipologie di prodotti, invece, la Commissione europea ha individuato differenziati periodi transitori, utili per consentire agli operatori di trovare materiali alternativi consentiti e di smaltire le forniture già a magazzino.
Il nuovo divieto interessa tutti i tipi di glitter?
L’obiettivo, come chiarito dalla Commissione europea, non è eliminare i glitter dal mercato, ma sostituirli con microparticelle più rispettose dell’ambiente, che non inquinino i nostri mari. I prodotti oggetto di restrizione sono, infatti, le microplastiche insolubili in acqua, ossia non biodegradabili, che hanno un grave impatto sul nostro ecosistema. Restano invece esclusi dal divieto i glitter costituiti da materiale inorganico (come vetro e metallo), biodegradabile o solubile in acqua, che non possono essere considerati “microplastiche”. Per i glitter “applicati”, invece, il divieto di vendita riguarda soltanto gli oggetti decorativi glitterati (es. decorazioni natalizie), che potrebbero perdere i brillantini durante il normale utilizzo.
La Commissione europea ha precisato, inoltre, che non sono soggetti a restrizione i glitter in plastica che, quando utilizzati, rimangono intrappolati in una matrice solida (es. colla glitter, vernici, inchiostri) o oggetti solidi (es. interni di gioielli, tappi di bombolette spray, ecc.) o che sono completamente racchiusi in un prodotto.
Quali sono gli altri prodotti interessati dalle nuove restrizioni?
Oltra ai glitter, vi sono una serie di altri prodotti interessati dai nuovi divieti: dalle superfici sportive artificiali, che rappresentano la più grande fonte di inquinamento da microplastiche, alle microsfere usate in alcuni detergenti per l’esfoliazione, fino alle microplastiche usate per ottenere una consistenza, fragranza o colore specifici nei cosmetici. Tra i prodotti oggetto di restrizione vi sono anche detersivi, ammorbidenti, fertilizzanti, giocattoli, medicinali e dispositivi medici.
Il nuovo bando va ad ampliare il novero dei prodotti già interessati dal Regolamento Reach, che prevede una normativa molto stringente per diverse tipologie di beni: dalle sostanze (metalli compresi), alle miscele (per esempio vernici, lubrificanti), fino ai prodotti come pneumatici per autovetture, mobili e capi di abbigliamento, articoli per la cosmesi, oltre a quelli sanitari e farmaceutici. Le sostanze chimiche soggette a restrizione, infatti, sono presenti in oltre il 90% dei prodotti manifatturieri.
Cosa succede ai prodotti già immessi sul mercato?
Al fine di evitare inutili richiami di prodotti e ridurre i rifiuti, è previsto che le sostanze immesse sul mercato prima dell’entrata in vigore del Regolamento possano continuare a essere commercializzate (par. 16, Reg. UE 2023/2055). Come riportato dal comunicato diffuso dall’Agenzia delle dogane il 16 ottobre scorso, l’ECHA ha precisato che le microparticelle di polimeri sintetici, importate in un Paese europeo prima dell’entrata in vigore del Regolamento, possono continuare a essere commercializzate fino ad esaurimento scorte. Se, invece, le microparticelle non hanno ancora raggiunto l’Ue entro la data spartiacque del 17 ottobre, ne sarà vietata l’importazione, senza possibilità di far valere eventuali contratti di fornitura già conclusi.
Da precisare che il divieto si applica ai glitter in quanto sostanza o miscela. Se il glitter è parte integrante di un articolo la restrizione non si applica.
Quali sono, invece, gli scenari per il settore della cosmetica?
Gli effetti delle nuove restrizioni non saranno immediati per tutte le categorie di prodotti, in relazione ai quali sono previsti diversi periodi di adattamento alle nuove regole. In particolare, i cosmetici “da risciacquo” potranno essere immessi sul mercato fino al 2027, mentre i cosmetici “leave-on” saranno oggetto di divieto soltanto dal 17 ottobre 2029. Inoltre, dal 17 ottobre 2031 al 16 ottobre 2035, le aziende dovranno apporre sui prodotti per il trucco, le labbra e le unghie un’etichetta che indichi che tali merci contengono microplastiche Il nuovo divieto avrà invece un impatto immediato sui cosmetici che contengono microsfere, come scrub ed esfolianti. Per i prodotti destinati alla cura della persona che contengono microsfere, ossia le microparticelle di polimeri sintetici utilizzate come abrasivi, per esfoliare, lucidare o pulire, non si applica infatti il periodo di tolleranza previsto dalla Commissione europea.
Il tema della tutela dell’ambiente è sempre più ricorrente nella normativa UE, ma non è il solo. Cosa sta cambiando nel commercio internazionale?
Mai come oggi il commercio internazionale è stato attraversato da profonde trasformazioni. La proliferazione di regolamenti europei, che impongono nuovi obblighi da rispettare in fase di import e di export, rappresenta un fattore di notevole complessità per tutti gli operatori che operano con l’estero. Le imprese sono chiamate ad applicare 350 differenti normative europee, in settori quali il commercio, l’industria, la sicurezza, la salute, l’ambiente e i cambiamenti climatici.
Undici pacchetti di sanzioni alla Russia hanno introdotto numerosi divieti all’export e all’import, che vanno a sommarsi ai 177 dazi antidumping definitivi e alle 21 misure antisovvenzioni, con un significativo incremento anche dei prodotti dual use da autorizzare e alle misure di export control.
Il CBAM e la nuova Taric, con una serie di importanti cambiamenti in vigore da gennaio 2024, i divieti per le microplastiche, la nuova disciplina sulla deforestazione, la plastic tax in vigore dal secondo semestre del prossimo anno, rappresentano novità di grande impatto, per le quali è necessaria un’adeguata preparazione.
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