I marittimi di ArcelorMittal Italy Maritime Service in stato d’agitazione
L’azienda non risponde alla richiesta di convocazione da parte dei sindacati preoccupati dal possibile cambio delle tabelle d’armamento sulle chiatte dell’ex Ilva
I marittimi della flotta dell’ArcelorMittal Italy Maritime Service (ora AdI Servizi Marittimi), le navi dell’ex Ilva passate all’azionista di maggioranza di Acciaierie d’Italia, sono in stato di agitazione.
A proclamarlo, comunicandolo alla società, a Confitarma e alle segreterie nazionali, è stato il settore marittimo delle segreterie provinciali di Genova e Taranto di Filt Cgil, Fit Cisl e Uiltrasporti.
L’iniziativa è stata presa, spiega la comunicazione, “visto la mancata convocazione alla nostra richiesta d’incontro del 29 settembre 2023 e sollecito del 10 ottobre 2023, visti i continui episodi riguardanti la gestione del personale poco chiari, nonostante le sollecitazioni delle Ooss, visto l’organizzazione del lavoro del personale di comandata non chiara, ed aggravata in quest’ultima fase dalla tematica delle certificazioni dei marittimi”.
I sindacati restano in attesa di convocazione, “allo scopo di scongiurare ulteriori e legittime azioni di protesta”.
Secondo quanto appreso da SHIPPING ITALY a innescare questo stato d’agitazione ci sarebbe anche e soprattutto una questione aperta con l’autorità marittima, in particolare con la Capitaneria di porto di Genova, che riguarda i marittimi fino ad oggi impiegati sulle chiatte che Acciaierie d’Italia utilizza per il trasporto via mare (con l’ausilio di spintori) di prodotti siderurgici fra il porto di Taranto e il capoluogo ligure. Più precisamente la Capitaneria avrebbe imposto condizioni diverse nelle tabelle d’armamento che metterebbero ‘fuori servizio’ (a causa di certificati scaduti) molti dei circa 40 marittimi italiani normalmente impiegati su queste chiatte. Da qui la protesta e lo stato d’agitazione indetto dai rappresentanti dei lavoratori che chiedono di essere convocati per trovare una soluzione a una criticità immersa in una situazione già di per sè particolarmente difficile per l’ex Ilva.
N.C.
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