Ets: ottimismo da Assarmatori dopo Bruxelles, allarme di Uniport
Secondo gli armatori Bruxelles valuterà prima del tempo concordato gli impatti dell’Ets. I terminalisti avvertono sui rischi di recessione rispetto allo sviluppo sostenibile e alla crescita economica
Assarmatori informa di aver concluso una tre giorni di incontri a Bruxelles con la Rappresentanza Permanente d’Italia presso la Ue e la Commissione europea per discutere soluzioni alle sfide più pressanti per il trasporto marittimo e la portualità nazionali ed europee, a partire dalle possibili vie per rimediare alle criticità della direttiva Ets che prevede la tassazione aggiuntiva a carico delle navi che fanno scalo nei porti europei che non utilizzano carburanti non inquinanti.
A presentare le istanze del cluster marittimo nazionale per salvaguardare i traffici, gli investimenti negli hub continentali alle istituzioni europee, in linea con la lettera inviata di recente da ben sette Stati membri dell’Unione ai vertici della Commissione, – informa Assarmatori – è stato il segretario generale dell’asociazione Alberto Rossi, insieme al responsabile della sede di Assarmatori a Bruxelles Dario Bazargan.
Fra i temi discussi tra l’associazione e il rappresentante permanente aggiunto d’Italia presso la Ue, ambasciatore Stefano Verrecchia, la rappresentanza del Regno del Belgio (Presidenza Entrante del Consiglio Ue), la vicepresidente del Parlamento Europeo Pina Picierno, gli eurodeputati Denis Nesci, Marco Campomenosi e Lucia Vuolo, i dirigenti della Dg Move e Dg Clima e i vertici delle associazioni europee di categoria c’erano anche il Marebonus Europeo per scongiurare il back modal shift e il rinnovo delle flotte con i fondi generati dal regime Ets.
“Abbiamo avviato con la Commissione europea un percorso congiunto di confronto franco e costruttivo volto all’analisi delle criticità dell’attuazione del regime Ets e all’individuazione delle soluzioni più efficaci per tutelare i traffici nei porti europei – ha commentato Alberto Rossi a margine dell’incontro congiunto con la Dg Move e la Dg Clima – Abbiamo dato massima disponibilità per supportare con dati concreti, come abbiamo sempre fatto, il lavoro di valutazione degli impatti dell’Ets che la Commissione deve compiere ai sensi delle clausole di monitoraggio e revisione previste dalla stessa Direttiva. Valutazione che siamo lieti la Commissione abbia deciso di accelerare rispetto alle tempistiche iniziali previste, e all’interno della quale si inserisce il nostro incontro. Abbiamo riscontrato una grande attenzione alle preoccupazioni di Assarmatori anche nei numerosi colloqui avuti con le rappresentanze diplomatiche degli altri Stati membri europei a Bruxelles, a partire dal Belgio che avrà la Presidenza Semestrale Europea dal 1° gennaio. In occasione dell’Espo Award 2023 a Bruxelles, abbiamo notato sintonia di vedute anche con alcuni rappresentanti dei porti nordeuropei oltre che con il presidente Zeno D’Agostino”.
“Sempre ieri, inoltre, in occasione della pubblicazione della proposta di revisione della Direttiva sul Trasporto Combinato, abbiamo proposto una forma di incentivo coordinato a livello europeo per il modal shift, su cui l’Associazione lavora da anni, ricordando gli impatti avversi delle norme Ets sulle Autostrade del Mare – ha aggiunto Rossi – A tale riguardo, notiamo che le preoccupazioni e proposte di moratoria esposte da tempo dalla nostra Associazione hanno ricevuto finalmente, sebbene purtroppo tardivamente, pieno sostegno anche dallo European Short Sea Network in un comunicato stampa da questa pubblicato durante la nostra Mission a Bruxelles. Abbiamo infine riscontrato la consueta massima attenzione della nostra Rappresentanza italiana a Bruxelles e quella da parte della Commissione sulle criticità del Decreto Rinnovo flotte determinate dagli stringenti criteri dettati dalle regole Ue sugli aiuti di stato per la transizione ecologica, ribadendo la necessità di una loro revisione”.
A fronte dell’ottimismo di Assarmatori dovuto all’attenzione prestata dalle istituzioni europee alle sue istanze sui suddetti temi critici riceviamo invece la nota preoccupata di Uniport che temendo la possibile mancata revisione Ue dell’Ets – secondo quanto recentemente apparso sulla stampa – commenta per voce del suo presidente Pasquale Legora de Feo: “Una dichiarazione sconcertante che, se corrisponde all’effettivo intendimento dell’Ue rappresenterebbe un balzo indietro rispetto agli obiettivi di sviluppo sostenibile e l’incapacità di cogliere il valore strategico del trasporto marittimo e della logistica per lo sviluppo dell’Europa e ancor più dell’Italia, del Mezzogiorno e di una Regione, la Calabria, che sul suo più grande porto (Gioia Tauro) può far leva per la crescita economica ed occupazionale “.
“Una misura che, spostando il traffico di trasbordo interamente verso porti del nord Africa, deprimerà anche i volumi dei traffici aventi l’Italia e l’Europa come destinazione finale, non apporterà alcun beneficio ambientale nell’area mediterranea, ma avrà come effetto una perdita di traffici e di occupazione. Per Gioia Tauro – ha aggiunto Legora – il solo traffico di trasbordo proveniente da porti extra Ue trasbordato in destinazione anch’essa extra UE rappresenta oltre il 40% dei containers gestiti.
La misura Ets inciderebbe – continua Uniport – anche sugli altri segmenti di traffico depotenziando la propensione all’investimento delle imprese, mettendo in dubbio la possibilità di ammortizzare i rilevanti investimenti fin qui fatti e gli equilibri delle stesse imprese, generando impatti sui livelli dell’occupazione. Ad oggi il terminal container di Gioia è la maggiore realtà occupazionale della Regione Calabria: circa 1800 unità di lavoro dirette e oltre 3500 nell’indotto. L’Italia può permettersi il rischio di gettare sul lastrico la gran parte di tante famiglie che nelle attività portuali hanno l’unica fonte di reddito?”.
Da qui la richiesta di Pasquale Legora de Feo: “Chiediamo a tutte le forze politiche rappresentate a Bruxelles ma anche all’intero mondo della logistica italiano di attivarsi immediatamente, anche in sinergia con gli altri Stati dell’Ue (Spagna, Grecia, Portogallo) che più di ogni altro rischiano di pagare una misura irragionevole perché non attentamente e compiutamente meditata nelle modalità e tempistiche di applicazione e non condivisa con gli Stati extra Ue del Mediterraneo, di attivarsi affinché si trovino subito le necessarie ed opportune misure intese a garantire le condizioni di equilibrio concorrenziale alle imprese italiane e, in particolare al Governo evidenziamo come questo problema costituisce una priorità dell’intero sistema logistico.
Le imprese terminalistiche e gli operatori dei nostri porti non sono insensibili alla tutela dell’ambiente. Tutt’altro; i fenomeni metereologici estremi che sempre più ci affliggono in conseguenza dell’inquinamento costituiscono un problema importante anche per le nostre imprese, forse più di altre in quanto operanti al limite tra terra e mare, ma siamo anche convinti che se non affrontiamo le emergenze certamente con urgenza ma secondo il principio della sostenibilità, ovvero dell’equilibrio tra tutela bilanciata dell’ambiente e dello sviluppo economico e sociale rischiamo di fare danni ancora più grandi” – ha concluso Legora de Feo.
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