Le preoccupazioni di Confetra su autonomia differenziata, governance dei porti e concorrenza
Necessario secondo il presidente De Ruvo monitorare con più attenzione i processi di integrazione verticale e orizzontale nel trasporto e nella logistica
La transizione verde della logistica parta da un progetto nazionale di decarbonizzazione della movimentazione urbana delle merci. Questa la proposta principale avanzata da Confetra, Confederazione Generale Italiana dei Trasporti e della Logistica, durante l’assemblea annuale andata in scena a Roma. L’attenzione della confederazione è stata concentrata sulla decarbonizzazione del trasporto urbano e, in particolare, di merci, per la forte concentrazione di emissioni.
Confetra ha fatto sapere che a livello nazionale, con riferimento al complessivo trasporto stradale, secondo i dati del Cluster Trasporti quello urbano presenta una quota del 23,1% di veicoli/km e del 30,7% di emissioni di gas serra. Se si guarda al solo trasporto urbano, quello riguardante le merci ha una quota di veicoli/km del 17,3% e di emissioni del 32,5%.
Secondo la Confederazione ci sono “anche favorevoli condizioni di contesto, offerte proprio dall’avvio nei centri urbani di azioni di decarbonizzazione del trasporto e crescente impiego di tecnologie digitali applicabili anche alla logistica. Lanciare, quindi, un progetto nazionale di sperimentazione nei centri urbani e metropolitani della decarbonizzazione della distribuzione delle merci sarebbe certamente utile e propedeutico alla complessiva politica di transizione energetica”.
“A patto che tutto non si risolva solo con l’allargamento delle Ztl o l’aumento delle tariffe di accesso – ha avvertito De Ruvo – serve anche una trasformazione tecnologica e un quadro coerente e compatibile con i flussi di merci a monte e la distribuzione a valle. Bisogna stabilire dei principi fondamentali sui quali poi costruire una politica dedicata e ridurre la disomogeneità di regolamentazione (criteri tecnici, tariffazione, orari di accesso per il carico e lo scarico) della mobilità delle merci nei centri urbani”.
A proposito di transizione è stato invocato invocato “un quadro di riferimento certo e coordinato e costruire una filiera operativa, industriale e logistica”.
Autonomia differenziata, governance dei porti e concorrenza: tre sono stati gli alert lanciati rispetto a riforme che si annunciano non prive di effetti sul comparto. “La disciplina dell’autonomia differenziata – ha detto De Ruvo – desta forte preoccupazione nelle imprese di trasporto e logistica, poiché include, tra le materie oggetto del possibile trasferimento di competenze alle Regioni, anche infrastrutture, porti e aeroporti: il rischio è la frammentazione del sistema e delle politiche di investimento e di regolazione”.
Sulla governance portuale, invece, Confetra pone l’accento sull’esigenza di evitare cambiamenti agli attuali assetti istituzionali delle Adsp, come ulteriori accorpamenti e privatizzazioni, e di puntare piuttosto al rafforzamento della regia nazionale, già prevista dalla normativa vigente.
Secondo la Confederazione essenziali per la governance dei porti sono invece la digitalizzazione della filiera logistica e la semplificazione burocratica, col coordinamento e la razionalizzazione dei numerosi enti coinvolti. “Su tutti questi aspetti – ha affermato il presidente – sono in corso (o sono previsti) investimenti (Pnrr e Piano Nazionale Complementare) e semplificazioni procedurali, in alcuni casi anche da molto tempo ma restano ancora incertezze sulla loro effettiva conclusione”.
In tema di concorrenza, “è necessario monitorare con più attenzione i processi di integrazione verticale e orizzontale nel trasporto e nella logistica, che sono certamente necessari per l’efficienza e la qualità dei servizi, ma possono incidere sensibilmente sugli equilibri competitivi tra imprese operanti nei singoli segmenti di attività e sul loro accesso ai relativi mercati dei servizi”.
Servono “misure di regolazione economica preventiva dei mercati logistici” secondo De Ruvo “e di trasparenza e di regolarità degli operatori, per evitare barriere, cartelli, comportamenti scorretti, inefficienze e rendite”.
Oltre a ciò è stata rinnovata la richiesta di “estendere l’esclusione, già concessa all’autotrasporto merci, dalla competenza regolatoria dell’Autorità di Regolazione dei Trasporti (Art) e dal connesso obbligo contributivo, ad altre attività – principali, accessorie e connesse – di trasporto, movimentazione logistica e spedizione delle merci, tutte liberalizzate e già regolate dal Mit e da altre amministrazioni competenti come l’autotrasporto merci”.
Un’altra questione posta in evidenza all’assemblea della Confederazione generale italiana dei trasporti e della logistica è quella dei valichi alpini e del Brennero. “Queste vie di transito sono la nostra principale porta di comunicazione con l’Europa e rappresentano al contempo un asset fondamentale e una criticità per la nostra economia, ma anche per quella della stessa Europa” è il pensiero espresso da De Ruvo. “Sarebbe necessario che la gestione dell’arco alpino fosse coordinata da una struttura comune composta anche dagli stakeholders, che raccolga in tempo reale i dati di traffico e di agibilità e disponga di modelli sempre aggiornati di simulazione multimodale, in grado di supportare il decisore, politico e tecnico – sia nelle emergenze sia nella programmazione degli interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria delle infrastrutture stradale e ferroviaria – e che comunichi tempestivamente, attraverso una piattaforma dedicata, con gli utenti delle infrastrutture”.
“È necessaria anche una forte iniziativa politica – ha concluso il numero uno di Confetra – che induca la Commissione europea a tutelare realmente la libera circolazione di merci nel mercato interno oltre che a promuovere una gestione coordinata dei transiti sui valichi alpini e i connessi corridoi europei in situazioni di emergenza”.
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