Partenza molto in salita per il rinnovo del Ccnl porti
“Richieste abnormi” quelle dei sindacati secondo Becce (Assiterminal); “proposta assolutamente inadeguata” replicano le organizzazioni sindacali
Appena partite, le trattative per il rinnovo del Contratto nazionale dei porti si sono mostrate da subito difficoltose.
A inizio settimana è stato Luca Becce, presidente di Assiterminal, a sottolineare, nel corso del Business Meeting “Container Italy: integrazioni verticali e cambiamenti epocali” organizzato da SUPPLY CHAIN ITALY e SHIPPING ITALY, come sia verosimile che la trattativa non procederà in “modo liscio”, presentando da subito motivi di frizione: “Le richieste presentateci sono abnormi, sia per effetti diretti che di indotto, con una piattaforma che vale tre volte l’Ipca (indice dei prezzi al consumo, ndr), un pacchetto che corrisponde a incrementi superiori al 20% sui tre anni”.
Di analogo tenore quanto traspare da una nota indirizzata dalle segreterie di Filt Cgil, Fit Cisl e Uiltrasporti ai lavoratori al terminre del primo ciclo di riunioni con Assiterminal, Assologistica, Assoporti, Fise/Uniport e Ancip (in qualità di uditrice): “Registriamo un profondo divario tra le rivendicazioni presenti nella nostra Piattaforma Sindacale Unitaria e gli attuali attestamenti datoriali.
Nello specifico – con riferimento alla parte economica – a fronte della richiesta sindacale, le controparti hanno controproposto un aumento contrattuale sostanzialmente legato all’andamento percentuale dell’indice Ipca, da ripartire oltretutto, sulle voci che andranno a comporre lo stesso Tec (trattamento economico complessivo, ndr)”.
Una distanza notevole, quindi, e probabilmente riconducibile in parte alla grande eterogeneità sul fronte datoriale, non solo fra categorie (terminalisti, imprese portuali e Adsp) ma anche in seno agli stessi concessionari, laddove le strutture economiche – e quindi i margini di negoziazione – sono molto differenti fra terminalisti indipendenti e quelli affigliati ad altri soggetti della catena, compagnie marittime in primis.
“Come Ooss abbiamo segnalato alle controparti tutta la nostra insoddisfazione rispetto allo loro proposta, assolutamente inadeguata rispetto alle reali necessità di accrescere i salari delle lavoratrici e dei lavoratori, che negli ultimi anni hanno perso molto in termini di potere di acquisto e sui quali sono stati scaricati totalmente gli effetti dell’inflazione. Il confronto proseguirà il prossimo 22 novembre, con un approfondimento su queste tematiche” hanno concluso i sindacati.
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