Grimaldi ha raddoppiato la sua presenza a Barcellona mentre si prepara a ordinare nuovi traghetti
Sempre più insistenti le voci di trattative con i fondi Infravia e Infracapital per i terminal Sech e Tdt nei porti di Genova e Livorno
Il Consiglio di amministrazione del Porto di Barcellona ha dato il via libera all’integrazione da parte del gruppo Grimaldi del terminal traghetti di Barcellona, operazione che è già stata approvata dalla Commissione Nazionale dei Mercati e della Concorrenza (Cnmc), anche se a determinate condizioni.
La Commissione ha autorizzato l’operazione a condizione che Grimaldi restituisse al Porto di Barcellona 44.000 metri quadrati di superficie tra le banchine Costa e Contradic (187mila mq la somma delle due concessione), più altri 650 metri delle stesse banchine con diritti di attracco preferenziali.
Ora i due terminal traghetti gestiti da Grimaldi nel porto catalano, il terminal Tfb (rilevato nell’ambito dell’acquisizione di Trasmediterranea da Naviera Armas) e l’adiacente Grimaldi Terminal Barcelona al Muelle Costa, gestito dal 2013, diventano parte di un’unica concessione (col primo che confluirà nel secondo).
Secondo il gruppo armatoriale-terminalistico italiano “l’unificazione delle concessioni apporterà miglioramenti nei servizi che il terminal offrirà ai passeggeri, agli automezzi, al carico ro-ro nonché alle navi, consentendo la gestione congiunta delle operazioni di attracco, carico e scarico, dei mezzi e degli accessi portuali”.
Oltre alle novità in banchina il Gruppo Grimaldi di Napoli si prepara ad annunciare, probabilmente nel corso del 2024, una nuova tornata di investimenti in nuove navi ro-pax. Lo ha annunciato l’amministratore delegato Emanuele Grimaldi in un’intervista a Lloyd’s List nella quale prevede per il 2023 risultati finanziari ancora migliori rispetto a quelli del 2022 che già furono da record per l’azienda, grazie a un utile netto consolidato di 1,1 miliardi di euro (quasi triplicato rispetto ai 437 milioni di profitto del 2021) e un fatturato di 4,8 miliardi di euro. Per l’anno in corso l’armatore partenopeo si è già sbilanciato nel dire che il volume d’affari complessivo del suo gruppo supererà i 5 miliardi di euro grazie soprattutto alla nuova linea marittima con l’Asia per il trasporto di auto elettriche nuove e dove sono impiegate 12 navi (mentre nel 2022 a trainare i risultati furono soprattutto, ma nonsolo, i noli container sulle rotte transatlantiche).
Dopo gli ultimi ordini per nuove navi car carrier in Cina (cantieri China Merchants Jiangsu e Shanghai Waigaoqiao) e con-ro in Sud Corea (Hyundai Mipo), Grimaldi nell’intervista a Lloyd’s List ha espressamente confermato che i prossimi ordini riguarderanno navi traghetto per il trasporto passeggeri, anche se ha precisato che attende di vedere “più sviluppo sul fronte dell’efficienza tecnica prima di firmare”. A proposito invece della cantieristica cinese ha detto di vedere “enormi miglioramenti nella qualità delle navi costruite” nella Repubblica Popolare. Grande soddisfazione è stata espressa ad esempio per la nuova nave ro-pax Finnsirius recentemente consegnata alla controllata Finnlines.
Tornando agli investimenti in banchine, in Italia negli ultimi giorni sono rimbalzate indiscrezioni pubblicate da fonti di stampa toscana e ligure che conferrmerebbero come Grimaldi stia attivamente cercando di sistemare le criticità legate agli spazi oggetto di acquisizione a Livorno (Terminal Darsena Toscana) e a Genova (Terminal San Giorgio). In entrambe i porti risulta siano in corso negoziazioni con Gruppo Investimenti Portuali (fondi Infravia, Infracapital e Giulio Schenone) per una possibile acquisizione dei terminal container di Calata Sanità sotto la Lanterna (terminal Sech) e affianco alla Torre del Marzocco (Terminal Darsena Toscana).
ISCRIVITI ALLA NEWSLETTER QUOTIDIANA GRATUITA DI SHIPPING ITALY