Aumentano gli attacchi a navi mercantili in Medio Oriente
Situazione in peggioramento nelle acque del Mar Rosso e del Golfo di Aden per la crisi di Gaza. Voci di possibili rallentamenti all’attività anche di Msc
Continua a peggiorare la situazione della sicurezza della navigazione nel Golfo di Aden e nel Mar Rosso in relazione alla reazione della fazione yemenita degli Houthi in risposta alla devastazione di Gaza da parte di Israele.
Dopo gli episodi delle scorse settimane, negli ultimi due giorni l’U.S. Central Command della Marina statunitense e lo United Kingdom Maritime Trade Operations della britannica Royal Navy hanno confermato svariati attacchi a navi legate concretamente o presuntivamente a interessi israeliani.
È il caso della bulker Unity Explorer, che battente bandiera delle Bahamas e appartenente alla britannica Unity Explorer, farebbe capo a Dan David Ungar, figlio, secondo alcuni media israeliani, di Abraham Rami Ungar (armatore della car carrier Galaxy Leader, la prima nave finita nel mirino degli Houthi). La nave sarebbe stata attaccata al largo di Mocha, nello Yemen, da due droni, uno esploso a circa 30 metri sopra la nave e l’altro appena un metro davanti ad essa. Non sono stati segnalati feriti e la nave non è stata danneggiata.
Altro attacco alla Number 9 da portacontainer 4.250 Teu, una nave battente bandiera di Panama gestita dalla Overseas Orient Container Line (facente capo alla cinese Cosco) e appartenente a una filiale britannica del gruppo tedesco Bernhard Schulte. La nave costruita nel 2007 è stata colpita da un drone 63 miglia a nord-ovest di Hodeida, nello Yemen, e leggermente danneggiata, ma non ci sono state conseguenze per l’equipaggio. Un’ora dopo la rinfusiera Aom Sophie II della giapponese Kyowa Kisen ha lanciato una richiesta di soccorso, perché colpita da un missile, a cui ha risposto la nave della marina statunitense USS Carney che ha abbattuto un drone lanciato contro la stessa nave.
Hanno destato poi preoccupazione i rapporti della C. Genuine, una Vlcc di un anno, battente bandiera della Liberia e di proprietà della Corea del Sud, il cui equipaggio ha segnalato un’esplosione nell’aria sopra la nave a poppa a circa 10 miglia al largo di Taizz, nello Yemen. Non sono stati segnalati danni o feriti.
“Questi attacchi rappresentano una minaccia diretta al commercio internazionale e alla sicurezza marittima. Hanno messo a repentaglio la vita degli equipaggi internazionali che rappresentano più paesi in tutto il mondo. Abbiamo anche tutte le ragioni per credere che questi attacchi, sebbene lanciati dagli Houthi nello Yemen, siano pienamente consentiti dall’Iran. Gli Stati Uniti prenderanno in considerazione tutte le risposte appropriate in pieno coordinamento con i loro alleati e partner internazionali” si legge in un comunicato del Comando Centrale degli Stati Uniti.
Da segnalare infine come secondo alcuni media mediorientali – ma la notizia non è stata commentata dai diretti interessati – anche Msc, come già Zim e Maersk, avrebbe deciso di bypassare per alcuni carichi il passaggio attraverso i canali di Suez e Bab Al-Mandab.
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