Per Drewry e Xeneta contratti container ancora in discesa a novembre
La società di analisi britannica intanto bolla come “ingenue” le opinioni di chi ritiene che il loro livello abbia toccato il fondo
Se da diversi analisti e autorevoli osservatori del settore sta passando il messaggio che sia finalmente arrivato il momento, per i caricatori, di rinnovare i loro contratti di trasporto container con i vettori, a tenere una posizione diversa è a tutt’oggi Drewry.
Philip Damas, direttore generale della società di analisi e responsabile della sua Supply Chain Advisors practice, in un breve post ha evidenziato come a novembre, per le intese relative a trasporti sulle rotte est-ovest, il livello medio delle tariffe sia sceso ulteriormente del 5% rispetto al mese precedente, risultando quindi inferiore del 72% a quello di un anno prima.
“Continua l’abbrivio verso il calo delle tariffe, il che – scrive Damas – non va a supporto delle ingenue opinioni espresse sui media rispetto al fatto che i livelli dei contratti avrebbero raggiunto il fondo perché non più remunerativi”. In particolare, suggerisce l’analista, è errata la convinzione che sarà l’insostenibilità economica degli accordi di trasporto a fermarne la discesa: “Questo fattore da solo non ha mai impedito la caduta dei noli” ha scritto Damas, che ha intitolato il suo post: “I caricatori continuano a risparmiare sui costi di trasporto dei container. Anche il 2024 sarà molto deflazionistico”.
Il messaggio di Damas e di Drewry avrebbe potuto essere letto come una reazione alle posizioni espresse nei mesi scorsi dalla collega-rivale Xeneta, che dallo scorso agosto ha iniziato a segnalare come nel mercato del trasporto container (contratti di lungo termine inclusi) potrebbe verificarsi un cambio di scenario repentino, e ha invitato i clienti a stare all’erta.
In realtà anche la società di analisi norvegese nel suo ultimo aggiornamento, di sette giorni fa, ha rilevato a novembre un calo simile (-4,1%) nel livello delle tariffe fissate nei contratti di trasporto container di lungo periodo, leggendo questi dati come un segnale che “il 2024 potrà rivelarsi ancora più brutale di quanto previsto per i global carrier”. Più precisamente, secondo la market analyst Emily Stausbøll, “l’unico modo in cui i carrier possono sperare di evitare perdite finanziarie catastrofiche nel 2024 sarà attraverso la gestione della capacità, ma questo [obiettivo] sarà estremamente difficile da raggiungere”.
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