Ccnl porti: accantonata l’intermittenza, i datori ritrovano l’unità
Uniport rinuncia all’inserimento dell’istituto in Ccnl e incassa l’appoggio delle altre sigle per assicurare all’Mct di Gioia Tauro “le essenziali condizioni di flessibilità garantite a tutti i porti nazionali”
Parrebbe ricomposta la frattura emersa alcuni giorni fa fra le associazioni datoriali firmatarie del contratto nazionale dei porti, dovuta all’inserimento nella proposta di Fise Uniport alle organizzazioni sindacali della previsione dell’istituto dei contratti a intermittenza.
Una nota di Assoporti, infatti, ha spiegato che su sua iniziativa “si è tenuta una riunione tra Presidenti e Segretari/Direttori di tutte le associazioni datoriali impegnate nella trattativa del rinnovo del Ccnl dei lavoratori dei porti in scadenza a fine anno (Assoporti, Assiterminal, Assologistica, Fise Uniport, Ancip). È stata rinnovata una piena intesa per giungere rapidamente, nei limiti del possibile, alla sottoscrizione del contratto, nell’interesse generale del comparto. Chiarita in maniera inequivocabile la questione del ‘lavoro intermittente’ che aveva sollevato nei giorni scorsi perplessità in quanto non materia di rinnovo del Ccnl. Viene condivisa a questo riguardo la necessità assoluta di risolvere problematiche specifiche nel porto di Gioia Tauro, uno dei porti più importanti per il transhipment di tutto il Mediterraneo, senza alcuna volontà di intervenire su un sistema normativo efficiente e collaudato. Tutte le criticità connesse sono rientrate nella riunione tra i Presidenti che hanno deciso unanimemente di sostenere la ricerca della soluzione del problema, insieme alle parti sociali e alla politica nazionale”.
Uniport ha rintuzzato la lettura della nota come un ritiro, da parte sua, della proposta: “Uniport non si è ‘ritirata. Piuttosto, nella premessa che il rinnovo del Ccnl – a condizioni tali da bilanciare l’equilibrio delle aziende e la richiesta dei lavoratori di recuperare potere di acquisto – è un obiettivo di tutte le parti del contratto, ha condiviso con le altre associazioni la necessità di assicurare al terminal di Gioia Tauro (che non è solo il nostro maggiore associato ma anche un nodo essenziale del sistema logistico nazionale) le essenziali condizioni di flessibilità che sono garantite a tutti i porti nazionali e ha ‘incassato’ la disponibilità dei partner datoriali ad affiancarci nell’impegno, che dovrà essere anche della politica e auspichiamo della controparte sindacale, per raggiungere l’obiettivo al di fuori del perimetro contrattuale, abbattendo (e riteniamo in misura rilevante) il rischio di sterili ed inutili polemiche nonché di conflittualità”.
Confermato che l’aspettativa di Uniport riguardava e riguarda solo Gioia Tauro, il presidente Pasquale Legora De Feo ha poi concluso, in merito agli accorsi sull’intermittenza sottoscritti con le rappresentanze locali a Gioia Tauro nei mesi scorsi: “Quegli accordi che pure erano tentativi opportuni non hanno consentito di superare le criticità e rispondere alle esigenze del maggior terminal di transhipment italiano e tra i maggiori del Mediterraneo”.
A.M.
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