Annunciati da Gnv e Grimaldi i rincari per l’Ets: fino a 180 euro a tratta sulle autostrade del mare
Catani (Assarmatori) ancora in pressing sul Governo mentre Aitras lancia l’allarme: “Impatto insostenibile, si tornerà al tutto strada”
Dopo quelle nel settore del trasporto marittimo di container, sono arrivate le prime comunicazioni da parte delle compagnie di navigazione del settore ro-ro e ro-pax in merito ai rincari che saranno applicati a partire da gennaio per fronteggiare l’introduzione del meccanismo Emission Trading System (Ets).
SHIPPING ITALY è in grado di riprodurre le tabelle prodotte da Grandi Navi Veloci e Grimaldi Euromed. Si va dai 3,5 euro a metro lineare della linea ‘albanese’ di Gnv ai 10 euro a metro lineare di quelle operate col Nord Africa dalla compagnia del gruppo Msc. Il che significa, nel caso di un autoarticolato con motrice della massima lunghezza consentita, di aumenti che variano dai 63 ai 187 euro a viaggio.
Particolarmente preoccupata Aitras, associazione autotrasportistica siciliana: “Dopo il caro voli i siciliani si preparano a un’altra stangata: per gli autotrasportatori siciliani infatti dal 1 gennaio 2024 partono gli aumenti sui traghettamenti a corto e lungo raggio nel Mediterraneo, come da comunicazioni inviate loro dagli armatori. L’aumento previsto è di oltre 260 euro a tratta ed è dovuto all’adeguamento della Direttiva Ue cosiddetta Ets, una tassa che paga chi inquina e che gli armatori ribaltano agli autotrasportatori. Questo aumento non solo mette in seria difficoltà le imprese di autotrasporto ma rischia di non fare decollare le autostrade del mare che sono state incentivate con il contributo Sea Modal Shift in partenza dal 7 dicembre di quest’anno. Il contributo per chi sceglie il trasporto combinato strada – mare non solo viene annullato dall’Ets ma non risulterà sufficiente a coprire l’intero aumento”.
La sovvenzione appena varata prevede rimborsi anche superiori in teoria (30 centesimi a veicolo per chilometri delle rotte, quindi anche più di 300 euro a viaggio), ma, oltre a non contemplare le tratte africane, è caratterizzata da un tetto annuo complessivo (21,5 milioni) che non consentirà secondo gli autotrasportatori la piena copertura dell’aggravio. Ragion per cui, ha spiegato il numero uno di Aitras Salvatore Bella, “abbiamo sollecitato un incontro con la Regione Sicilia per verificare se almeno nella nostra regione, dove i trasporti riguardano merci povere come quelle agricole, senza margine per ribaltare anche parzialmente sulla committenza, ci sia la possibilità di una compnesazione del gap fra i surcharge e il Sea Modal Shift”.
Dello stesso tenore la valutazione di Grandi Navi Veloci: “L’entrata in vigore dell’Ets nel trasporto marittimo determinerà un rilevante aumento dei costi operativi che non potrà essere assorbito dall’armamento” ha detto Matteo Catani, a.d. della compagnia armatoriale e presidente della Commissione cabotaggio e autostrade del mare di Assarmatori. “Come già rappresentato da due anni a questa parte dalle principali associazioni di categoria dell’armamento e della logistica – ha aggiunto – la decisione di applicare la misura prima al settore marittimo e solo dal 2029 al settore del trasporto terrestre determinerà una relativa minore competitività del primo costituendo un incentivo implicito al ritorno sulla strada. In assenza di misure compensative, la decisione di applicare anticipatamente la misura al settore marittimo comporterà quindi un aumento delle emissioni e della congestione stradale, negando oltre 20 anni di politiche di sostegno allo sviluppo delle Autostrade del mare quale infrastruttura green nella quale gli armatori italiani sono leader nel mediterraneo. Per scongiurare un incomprensibile non-sense rispetto agli obiettivi normativi, auspichiamo che il Governo intervenga nei tempi più rapidi per rafforzare dispositivi virtuosi quali il Sea Modal Shift, ossia il Marebonus, attraverso lo stanziamento per il 2024 e per gli anni a seguire di almeno 150 milioni”.
A.M.
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