Anac critica nuovamente i dragaggi a porto Marghera
L’Adsp non ha finora dato seguito all’invito a rimettere a gara la gestione delle Tresse, dove potrebbero andare i primi 700mila mc di Malamocco-Marghera, Vittorio Emanuele III e Montesyndial
Il mantenimento e l’approfondimento delle vie navigabili della Laguna di Venezia è un alambicco sempre in ebollizione e oggi l’Anac ha aggiunto un ingrediente che potrebbe rivelarsi esplosivo.
L’intervento segue quello di mezza estate. All’epoca l’Autorità Anticorruzione aveva stigmatizzato il fatto che, malgrado la concessione della gestione a Tressetre (gruppo Mantovani) del sito di conferimento principale dell’isola delle Tresse fosse scaduta a fine 2022, l’Autorità di sistema portuale non avesse proceduto a riaffidare mediante gara il servizio, prorogando lo status quo illegittimamente.
E aveva suggerito ad Adsp di avvalersi di una norma inserita nel nuovo codice degli appalti, che prevede che i titolari di lavori, forniture e servizi affidati o prorogati loro non conformemente al diritto europeo affidino “mediante procedura ad evidenza pubblica una quota tra il 50 per cento e il 60 per cento dei contratti di lavori, servizi e forniture stabilita convenzionalmente dal concedente e dal concessionario”.
L’Adsp, però, non ha dato seguito a tale invito, avviando invece la realizzazione di un nuovo sito e un piano di dragaggi per il Canale Industriale e per il Canale Vittorio Emanuele III, senza dimenticare i lavori al terminal Montesyndial, nell’ipotesi di poter ancora utilizzare, sempre con Tressetre, gli ultimi 700mila mc di capacità disponibili alle Tresse qualora, come è probabile, i primi fanghi siano da smaltire prima della disponibilità del nuovo sito.
Scenario che a questo punto Anac mette in discussione: “La concessione per la gestione dell’isola di Tresse per il conferimento dei fanghi a Venezia è gravata da diversi vizi che, in modo improprio se non illegittimo, hanno condotto ad affidamenti di porzioni ulteriori e a diverse proroghe. Pertanto, è preferibile non prorogare ulteriormente la gestione della concessione in favore del medesimo concessionario. Il termine di scadenza per il conferimento dei fanghi e l’incameramento delle relative tariffe è da considerarsi un termine finale”.
Scaduti, peraltro, secondo l’Anticorruzione, i termini per avvalersi del correttivo messo a disposizione dal nuovo codice appalti: “prendendo atto che l’Autorità portuale si è riservata di valutare la ricorrenza dei presupposti di legge per l’attivazione dell’istituto, deve osservarsi che l’art. 186 citato ha carattere obbligatorio e le misure devono essere adottate entro 6 mesi dall’entrata in vigore del d.lgs. 36/2023 (e cioè entro il 1° ottobre 2023)”.
L’Adsp ha preferito per il momento non commentare.
A.M.
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